Non è che se decido di non scrivere quello che mi fa male poi sto meglio solo perché non analizzo quello che mi capita. L’inverno non mi fa bene: moltiplica il senso di affaticamento, di insoddisfazione, di indefinitezza di ogni mia azione. Saranno le poche ore di luce e la sensazione che le giornate siano tremendamente corte per fare tutto quello che si vorrebbe e allo stesso tempo infinite per le mille incombenze che sembrano accavallarsi tutte assieme e senza scampo, ma ho come la perenne sensazione di sentirmi inconcludente.
Se dovessi sintetizzare tutto quello che mi è successo dall’ultima volta che ho appuntato il mio diario potrei dire che:
- Quelli di “Matrimonio a prima vista” sono rimasti assieme solo per i 2/3. La coppia in cui lui aveva lasciato il lavoro e che se ne è andato via da Milano per tornare in Salento non ha retto. Mi pare normale in fondo. Il grande quesito che rimane è: cosa sarebbe accaduto se lui fosse rimasto? Se avesse trovato un nuovo lavoro e se lei lo avesse aiutato piuttosto che aver paura che lui volesse solo piazzarsi in casa sua e magari fare il mantenuto per un tempo indefinito? Non lo sapremo mai. L’esperimento è saltato per cause di forza maggiore non strettamente legate ad incompatibilità caratteriali. Le altre due hanno retto: una è andata liscia come l’olio del tipo “moglie e buoi dei paesi tuoi” e l’altra ha resistito alle distanze e alle iniziali incomprensioni. Questa è quella che ho amato di più perché si è posta in modo critico e problematico nei confronti di un rapporto che chiedeva disperatamente di essere costruito e accompagnato non solo dalla passione iniziale ma pure dalla volontà e dall’intelligenza. Faccio il tifo per loro. Spero che funzionino
- Mi sono incistata con una serie coreana per cui ho sviluppato una dipendenza ipnotica. Alla pulizia del racconto si affianca una costante ambiguità di fondo dei personaggi impostata in modo così abile che non mi riesce mai di fare il tifo per qualcuno contro qualcun altro. Il confine tra bene e male nell’inarrestabile complessità delle cose che accadono è così debole che la sola cosa da fare è porsi in un atteggiamento non giudicante e lasciarsi avvolgere dal flusso degli eventi,senza prendere mai una posizione netta. Stupenda nella sua apparente semplicità. Ma sono i coreani ad essere superiori nella loro ineffabile capacità di raccontare la vita in maniera multidimensionale
- Sono stata molto in giro per le zone centrali di Milano ma per ragioni in realtà tutt’altro che piacevoli e mi sono resa conto che il Natale ormai abbraccia uno spettro temporale sempre più ampio che si estende da Ottobre a gennaio inoltrato dettando non soltanto l’intera estetica “commerciale” e urbana ma pure tutto un mood fatto di programmazione di viaggi, di decorazioni domestiche in forte anticipo, atmosferedi normale quotidianità…persino nella programmazione televisiva ormai credo di avvertire che ogni cosa è fatta della sostanza del natale da almeno due mesi. Per la prima volta ho come la sensazione che ci sia una specie di necessità “sociale” (e non solo commerciale) nel sentirsi immersi nello spirito natalizio. E’ come se questo strisciante individualismo intriso di solitudine spesso non voluta ma solo subita, il sentirsi sempre in guerra (reale e metaforica) avesse creato il proprio anticorpo nell’ancestrale conforto ovattato del natale, come un dolce accompagnamento verso la fine di un anno decisamente “prepotente”. Pensarla così mi rende meno ostile questa farsa tutto sommato un po’ patetica che vede nei mercatini di natale la forma più pura della mia noia esistenziale.
- Ho ricevuto una notizia non bella che però riceverà eventuale conferma solo all’inizio del prossimo anno, che è come dire intanto è solo una brutta notizia, poi potrebbe non esserlo ma hai dovuto aspettare e stare in ansia, oppure potrebbe esserlo e hai pure aspettato per averne conferma. Ci perdo in ogni caso…ma tant’è
- Sto lasciando scivolare quest’anno strano, un po’ bello e un po’ chi può dirlo, senza aver pianto mai, con solo due o tre propositi da mantenere e sempre mantenuti, rispettando il principio di stare il più possibile per conto mio senza rinunciare a fare qualcosa di buono per le persone a cui tengo, provando ad impegnarmi sempre e a stare in salute. Niente di più.
Sarà che è Natale da circa due mesi. Sarà che il vero bello e il vero brutto forse devono ancora venire a darmi la vera misura del mio essere fortunata o meno. Sarà che veder rimpiccioliti i giorni mi rende ancora più semplice conservare il minimo indispensabile…ma stavolta ho deciso che faccio così: tutto quello che di buono mi avanza di questo tempo vissuto e consumato solo in parte lo punto tutto sul 2025. In fondo non credo sia molto. Se lo perdo forse neppure me ne accorgo. Come sempre. Fino ad ora