“Fa bene. Ma non è allenante”. Provo a ricordarmelo ogni volta che posso perché penso che mi sia utile. Una volta un allenatore con cui correvo mi parlò dei benefici enormi del camminare ma pure della sua completa inutilità come strumento di potenziamento nella corsa. È curioso in fondo che, a parità di gesto compiuto, a fare tutta la differenza è l’intensità con cui viene esercitato. Eppure rimane il fatto che camminare fa bene, che è irrinunciabile per creare le premesse di ogni buon allenamento. Ma allora è utile o inutile? Non è allenante però se non cammini poi non corri come si deve. Perché mica mi è poi così chiaro se a conti fatti sia un preliminare necessario che poi puoi abbandonare o, al contrario, un’attività complementare che permane pure quando impari a correre più veloce che puoi.
Esistono davvero i progressi, le cose di cui ti liberi per fare spazio a quelle più evolute e complesse? O invece conserviamo tutto quello che siamo e che abbiamo imparato assieme a tutte le altre che acquisiamo per farci forza e continuare a crescere? Che poi in realtà a me questo importa poco: io cammino perché è l’unico modo che ho di stare tranquilla assieme alle mie fissazioni mentre provo a non restare ancorata alla terra con entrambi i piedi come una zavorra.
Oggi è Pasqua e a me di questo piace solo il fatto che domani è un lunedì di festa e che tra poco è maggio e che il giro di boa di quest’anno, per me di mera transizione, si avvicina a grandi passi. Sì, è da quando è iniziato quest’anno che vivo come se fossi in modalità “attesa” perché quello che sto aspettando non riguarda questo arco temporale ma, forse, il prossimo o quello ancora successivo. E così lo tratto come quella camminata che fa bene ma non è allenante, che è necessaria, preparatoria, ossigenante…ma che alla fine non restituisce risultati. In fondo sono belli pure gli anni così, quelli che sembrano non dirti nulla e darti ancora meno e che puoi solo sperare di riempire con quello che hai già, quelli che non contemplano sorprese ma che alimentano le attese e ti fanno immaginare meglio la meta.
Sono le tre del pomeriggio. E io non ho ancora fatto un passo. Entro le sette devo uscire a camminare. Non è allenante ma fa tanto bene. Come il lunedì dopo Pasqua. Come il tempo che ci vuole per essere pronti a correre