C’è una parte di colposa omissione nell’affermazione un po’ spavalda del mio non fare mai buoni propositi per l’anno nuovo. Non che non sia così: mi pare abbastanza pretestuoso delegare ad un anno (sempre il prossimo) la responsabilità della nostra svolta. Come se in quel susseguirsi sempre meno definito di quattro stagioni si insinuasse la perfetta combinazione di azioni e fortuna capace di traghettarci finalmente lì dove meritiamo di stare. No, io non sono dotata di questo ottimismo un po’ fatalista che si lascia contenere in un lasso temporale che la convenzione ha deciso per tutti.
Però mi piacciono le agendine. La mia personale svolta parte da quando ho cominciato a comprarne una all’anno e ad annotarla quotidianamente con la dedizione di un monaco certosino: ci sono dentro tutte le scadenze, le date di viaggi, i posti visitati e relative impressioni, tutti i corsi seguiti, i film che ho amato di più, gli allenamenti e la relativa durata, le frasi che ho letto o ascoltato e che voglio ricordare, persino alcune parole chiave che definiscono lo stato d’animo in un momento preciso…oggi ho ripreso quell’agendina verde che mi ha accompagnato ovunque e che ormai è completamente logora. Non c’è giorno in cui non ci sia scritto qualcosa che mi pare più rivelatrice oggi di allora. Avrei potuto farlo in qualsiasi altro modo, per esempio segnandomelo sul cellulare o sull’ ipad. Ma senza la percezione tattile di pagine che rinnovano l’esperienza giornaliera e che nel frattempo si deformano, acquistano spessore, si logorano è come se mi mancasse la prova più tangibile di una vita che sta offrendo prova di sé. E a me questo conforta molto pure se a rileggere tutto non mi riesce di capire se quello che è successo, che ho provato a fare, che ho scelto…sia poco oppure abbastanza per quella parte di me che ci spera e ci prova sempre.
Non mi piacciono i bilanci, proprio come non mi piacciono i propositi eppure sfido chiunque a starne del tutto fuori quando si passa per questi giorni qua. Potrei provare a non farmi domande stupide del tipo “E’ stato un anno buono?” e ammettendo invece di essere stupida, cosa potrei rispondermi? Che non mi sono ammalata ma neppure ho vinto alla lotteria, che ho un buon lavoro ma che di certo non è quello dei miei sogni, che fino ad ora la brutta notizia che aspettavo non è arrivata ma non so quando arriverà quella bella in cui sto sperando, che ho conosciuto persone che mi piacciono ma che sono davvero troppo poche…cosa fa di un bilancio di un segmento di vita un tempo in attivo? Mi piace di più fidarmi del processo, pensare che sia un semplice e non definitivo tassello di una vita che ha una sua definizione più ampia che mi chiede solo di essere abbastanza abile da intuire e svelare.
Stanotte ho dormito per ben 14 ore. Ad un certo punto sono crollata come un sasso. Forse il mio corpo non ne poteva più e mi ha detto: “Stai vedendo Irma la dolce per la trecentesima volta. Dormi e recupera tutta l’assurda fatica che fai mentre procedi per tentativi in questa landa di solitudine e abitudini che ti sei scelta”. In mattinata avevo fatto l’ultimo massaggio dell’anno: le mani magiche della piccola signora tailandese devono aver toccato le corde più giuste di sempre. Poi ho camminato fino ad una casa museo di via Montenapoleone, dove, prima di entrare, ho visto persone incantate a fotografare Lamborghini viola e gialle che sfilavano senza alcun carisma e vetrine di Marchesi con panettoni che sembravano delle sculture da restituire alla storia più che allo stomaco. C’era un sole bellissimo e un’atmosfera magica che credo di aver attraversato per ore fino allo sfinimento. Sono arrivata a piedi fino a via Cadore e c’era il 66 che aveva soltanto me da portare via. Sono rientrata ad ora di pranzo e avevo fatto in modo che fosse già tutto pronto e in ordine. E’ stato forse in quel preciso momento che credo di aver pensato che tutto era come doveva essere e che il mio unico merito era stato quello di rendermi disponibile per tutto questo. E poi ho pensato che la felicità la capisci quando ti sfinisce tanto da suggerire il riposo come unica reazione possibile. Ho dormito 14 ore e non mi ricordo quando mi sia successo prima d’ora.
Niente bilanci e un’agendina nuova. Io mi sto preparando. Ma non è questa la novità
Mi piace questa tua agenda che non serve a tirare somme, bilanci, voti ingenui come a scuola, ma a trattenere piccole memorie, parole, attimi, vita vissuta. Sottende una bella filosofia.
RispondiEliminaBuona prossima agenda :)
massimolegnani
(orearovescio.wp)
Ti ringrazio molto. Spero che funzioni a suo modo 🐞
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