mercoledì 5 marzo 2025

Giù dalla torre

 Quanto tempo. Quando non metto insieme un po’ del mio tempo in parole ho sempre come l’impressione che la vita di cui vorrei tener conto mi scivoli via prima che possa accorgermi di lei. E invece credo che sia bastato anche semplicemente esserci, godermi (letteralmente) il viaggio assieme a tutti i timori da avventuriera maldestra eppure curiosa, che si prefigura gli scenari peggiori possibili per poi calmarsi quando scopre che è tutto meno complicato di quanto immaginasse. Ma pure più bello e sorprendente di come sperasse. Ma ormai sono qui, in una Milano più calda e luminosa di quando l’avevo lasciata, di nuovo al lavoro e alle prese con le serie che avevo lasciato incompiute, con i pranzi da preparare per la settimana e questa piccola casa che prova a contenermi come meglio può. Sono tornata alle mie cose forse rendendomi conto soltanto ora delle proporzioni e delle altezze con cui mi sono misurata in una città che pure è così semplice da percorrere ed esplorare. Ad un certo punto ero di fronte alla Trump Tower e ho pensato che è ovvio che uno che possiede questa specie di piramide stilizzata poi gli viene naturale pretendere qualunque cosa.

Non ero pronta alle temperature così miti che ho trovato qui a Milano. Ho ancora le coperte sul letto e vestiti troppo pesanti nell’armadio e sono tornata troppo in fretta ai miei focus soliti. Dovrei ritinteggiare casa ma la sola idea mi devasta. Eppure ci penso da mesi. È strano come basti allontanarsi un po’ dal proprio abituale perimetro per ristabilire priorità e aspettative che prima parevano irrinunciabili

L’azienda che produce gli integratori che consumo abitualmente ha annunciato di punto in bianco che chiuderà  a giugno e la cosa mi ha fatto un effetto stranissimo: ti abitui a qualcosa, fino al punto di dare per scontato che l’avrai per sempre a disposizione, e poi all’improvviso questa sparisce senza che tu abbia minimamente pensato a una simile eventualità. Chissà come troverò l’alternativa e quanto impiegherò per convincermi che mi faccia altrettanto bene.

Ho recuperato la serie degli 883 e mi è piaciuta moltissimo, trovando la conferma che siamo bravi solo quando raccontiamo la piccola provincia paranoica e un po’ sfigata. Ma è con “the withe lotus” che sento che a scrivere certe storie e a definire quei personaggi sono stati talenti che hanno fatto tutt’altre scuole.

Sono stata via due settimane e mi sono accorta solo di quanto siano cambiate certe cose. Per fortuna ho già sonno e sono soltanto le 9 e mezza. Almeno questa non mi è nuova. Menomale



3 commenti:

  1. ...e io che ho letto fino in fondo per sapere chi buttassi giù dalla torre del titolo!
    massimolegnani

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    1. Ahaha…scusami, spero di non averti annoiato troppo. 😇

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  2. ..tranquilla, era una battuta :)
    ml

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