Sola andata

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sabato 7 ottobre 2017

Indicatori di "micro" benessere esistenziale (che con le tre S sono bravi tutti)

C'era un sole splendido oggi a Milano e così, verso le tre del pomeriggio, sono corsa sulla mia panchina "estiva" con la smania di chi non vuole tardare ad un appuntamento importante. Sono giorni che non prendo appunti o scrivo cose che vorrei mi fossero ricordate tra un anno e poi ancora, finché social non ci separi dal nostro passato. È la prima volta che lascio che la vita trascorra senza che trovi necessario anche trascriverla: forse sto abbastanza bene da non trovare utile tentare una qualche analisi alle cose che mi capitano, oppure davvero non mi succede niente di speciale da meritare ricordi tracciabili, o semplicemente sono stata molto stanca per tutta questa settimana e sacrificare il rituale serale delle impressioni scritte delle giornate mi è sembrato un fatto necessario. Scoprire che il mondo non abbia accusato il colpo di questa assenza mi è di un certo sollievo in effetti...Eppure a ben pensarci è stata una settimana un po' speciale per me, che dormo sempre poco e male, e invece sono giorni che Morfeo rimane con me fino a ben sei ore! E poi ho visto un film su Napoli così divertente e ben fatto che ne porto addosso i benefici persino ora. In effetti sono inezie assolutamente essenziali come lo sono per me la necessità di rigenerarmi e vedere buoni film, cose queste che sfuggono ai racconti avvincenti, ma meno male lo stesso che esistono.

Qualche giorno fa, nella sua trasmissione alla radio, Gianluca Nicoletti ha parlato di indicatori di benessere individuale, vale a dire quelle personalissime condizioni a cui ciascuno di noi aspira perché ritenute i fondamenti imprescindibili della felicità. Era un giochino divertente perché partiva dall'escludere i "macrofondamenti" banali delle tre "S" (sesso-salute-soldi) per entrare nel dettaglio "micro" delle essenzialità meno catalogabili. Faccio fatica a spiegarla ma è subito chiaro quando l'esercizio comincia. Io ho provato a fare così: mi sono creata una specie di personali categorie del "benessere" e all'interno di ciascuna ho inserito una piccola lista di indicatori rappresentativi del mio stato di grazia. Le categorie erano 1) il materialismo (...non solo in senso marxista...) 2) l'"intangibile" inteso come l'insieme delle intime sensazioni legate ad esperienze minime e apparentemente odinarie 3) la bellezza a partire dalla sua accezione profana per arrivare fin dove sia dato di incantarmi

Nella prima categoria ho messo questo:
- le lenzuola profumate di bucato su un letto ben fatto. Potrei affondarci dentro per sempre e sentire che tutta la mia infanzia più felice, l'assenza di ogni preoccupazione e stanchezza si realizzano in quella condizione li, in un corpo che non ha bisogno di difendersi ma solo di respirare a pieni polmoni.
- le mie crostate di marmellata. Il piacere comincia da quando compro gli ingredienti, li predispongo sul tavolo, impasto la frolla, arrivo fino al delicato momento della cottura per poi raggiungere l'acme del piacere col primo morso, che cerco di far coincidere in un momento di appetito sincero, quando è ancora caldissima. Non so se si tratti di felicità ma sono sicura che sia una cosa che le assomigli molto.
- ogni nuovo paio di scarpe da running Dalla contemplazione della parete con tutti i modelli fino alla scelta e i lacci tra le mani prima del primo allenamento
- quando vado a fare la spesa e ci sono i miei biscotti preferiti (gli inarrivabili Mc Vitie's digestive) scontati al 40%
- la doccia dopo lo sport con la pressione e la temperatura che dico io
- un cappuccino ben fatto

Nella seconda categoria ci stanno queste cose qui:
- Il pensiero di rivedere a breve una persona a cui voglio bene e, dopo, il pensiero di averla vista ed aver trascorso un tempo piacevole
- cucinare per qualcuno a cui tengo
- le luci che si spengono al cinema
- un trenta e lode a un esame per cui avevo studiato tantissimo e un altro per cui invece conoscevo solo le domande che mi furono rivolte
- tutta la musica che tengo in un  iPod dal 2009. Se sparisse credo che mi ammalerei
- stare sulla mia panchina preferita in questo parco con questo sole in silenzio e senza smanie
- le persone che sanno incantarmi quando parlano

 La categoria della bellezza, infine, ha carattere residuale e volutamente generico. Io ci metterei
 - Pablito e in generale tutti i gatti
 - i miei trent'anni
 - i baci
 - certi bambini "problematici" e simpaticissimi di cui vorrei conoscere il futuro e il modo di districarsi nel mondo
 - Milano e Napoli

 In fondo è una lista furba. Per alcune faccio presto, per altre devo confidare un bel po' nella buona sorte, per altre mi faccio bastare il ricordo. Ma va già bene così





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