Sola andata

Sola andata

mercoledì 8 novembre 2023

Quanto manca per quel che manca?

 Quando le cose cambiano in modo considerevole ho un po’ paura ad appuntarmelo. In questi giorni un po’ affannosi, che mi hanno costretta a gironzolare senza sosta per tutta Milano, trovo sempre qualche valida scusa per evitare di prendere nota, creare ricordi, tenere a mente tutta la fatica che mi sta costando anche semplicemente progettare qualcosa di veramente nuovo nella mia vita. Credo che ad una certa età diventi indispensabile accogliere qualche nuova sfida e considerarla come una specie di regalo dell’età di mezzo, una possibilità studiata a tavolino di provare ancora lo slancio della novità assoluta. Non ne parlerò perché in fondo che ne posso sapere come andrà veramente a finire: provo ad esserci, a fare quel che devo. Poi si vedrà. 

Ho ripreso ad andare al cinema con regolarità pur conservando una certa dipendenza dalle meravigliose serie in cui sono incappata e che mi inchiodano alla comodità domestica: ma come fanno le coppie a trovare il tempo di parlare, con tutto quello che c’è da vedere!Non le invidio più. In realtà non ho mai provato invidia, ma solo il bisogno di immedesimarmi in un profondo senso di appartenenza che nei fatti non ho mai provato profondamente. In fondo la vera grande presa di coscienza di questi ultimissimi anni in cui ho smesso davvero di credere che ci fosse qualcuno per me è proprio l’aver compreso che in realtà non me ne importa assolutamente nulla, che tutti i presunti amori, innamoramenti, infatuazioni…erano solo la mia maniera di definirmi come un individuo bisognoso di conferme, di suscitare emozioni, di creare un interesse negli altri. La mia era esigenza di accarezzare l’ego. Non quello di far parte di una coppia. Non sono mai stata adatta a questo. Non è colpa di nessuno. Sono io che sono fatta per star sola e trovare la mia dimensione in un quotidiano in cui non sono tenuta a bipartire le responsabilità e neppure i piaceri. Un tempo questo mi pareva inconcepibile, adesso non capisco come potrei vivere in qualche altro modo, quello semplice eppure insospettabilmente appagante di rifarmi il letto appena mi alzo, di sollevare pesi quando fuori è ancora buio e prima di prendere il caffè, di fare una doccia fredda tutti i giorni e in tutti i mesi dell’anno prima di uscire. Chi sopporterebbe mai tutto questo? E perché io dovrei rinunciarvi?

Sono cresciuta convivendo con una specie di dolore in fondo al cuore come mia naturale dotazione dalla nascita e crescere ha significato per me solo provare a “non farci caso”, pur sapendo che sarebbe rimasto lì indelebile condizionante” per tutta la mia vita. Perché dico questo senza riuscire a dire di fatto niente? Credo che abbia a che fare col bisogno di chiedere scusa senza sapere bene a chi. O semplicemente con una accettazione ancora da venire.

In questo tempo di pigrizia “autonarrativa sono stata in Baviera e mi è sembrato di essere caduta dentro una favola. Mi piace quando il contesto mi “estrania” non solo in senso topografico. E poi sono stata alle terme che sono il posto che più di ogni cosa è capace di ricompormi corpo, anima e respiro ricreando tra loro un flusso armonioso che dovrò farmi bastare fino al prossimo passaggio. Ma non sono riuscita ad organizzare un viaggio lungo, di quelli indimenticabili e che segnano i ricordi definitivi di chi non riesce a farseli regalare più semplicemente dal Caso.


 E cosi adesso sono qui, a ripetermi che ho due mesi scarsi per giocarmi le ultime carte di un anno in cui posso essere grata per cose tanto basilari quanto preziosissime come la buona salute, un po’ di persone a cui voglio bene che mi stanno vicine, nessun debito, un sano appetito, nessun conflitto. Nulla di epico, ma in un tempo come questo dove ancora si muore per le guerre, mi pare persino la più grossa fortuna pensabile.

Sarà un novembre lungo e senza ferie, pieno di cose da fare per disegnare un futuro un po’ diversoma in fondo che ne so. Il 2023 mi è servito più o meno soltanto a questo. A fare spazio per accogliere, chissà, l’imprevedibile

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