Sola andata

Sola andata

martedì 17 settembre 2024

Transito settembrino

 Piccola vacanza, breve rientro, più altra piccola vacanza ancora da fare si sono rivelati un modo efficace per non accorgersi che settembre è un mese essenzialmente fatto di nostalgia e proiezione verso nuovi traguardi, un mix alquanto impegnativo di demolizione e consolidamento nel quale regna quasi sempre la lieve perplessità di non aver riposato abbastanza, viaggiato quanto si sperava, essersi divertiti quanto ci si aspettava prima che la vacanza cominciasse…e ora tocca pure raggiungere gli obiettivi top che abbiamo puntualmente listato ad inizio anno, quando i propositi erano ancora soltanto buoni (e non anche difficili) per poi procrastinare perché “tanto c’è tempo”. Io mi illudo sempre di salavrmi da tutto questo perché anticipo e/o posticipo spostamenti, riposo e obiettivi rispetto alle date comandate. Ma credo si tratti solo di illusione ottica. La verità è che provo a fare quello che fanno tutti, solo che lo faccio prima che comincino loro o quando hanno già finito, così mi sembra di avere più spazio a disposizione.

Del mio piccolo tour in terra nativa penso che sia andato tutto abbastanza bene, se lo considero al netto del confronto con compagni di viaggio che sostengono la mia incapacità di apprezzare l’umanità nella sua interezza. Sono la conferma, per me ormai superflua, che esistono punti di vista, logiche e argomentazioni che trovo del tutto incompatibili con il privilegio immeritato di stare al mondo. Però ho conosciuto anche personeinteressanti e simpatiche che per fortuna sono rientrate a Milano con me e che ritroverò presto e volentieri. In fondo essere selettivi non è mica una colpa in un tempo cupo, individualista e imbarbarito come questo. E poi ho visto gli scavi di Pompei, mi sono fatta raccontare la storia di Napoli mentre passeggiavo per Spaccanapoli, mangiato una pizza magnifica come una turista qualsiasi proprio a trenta metri dal posto in cui ho studiato per cinque anni e dove sono andata a discutere la tesi, ho fatto sport in una palestra bellissima e il bagno in piscina alle sei del mattino per tutte le mattine che ho trascorso in quel magnifico albergo. E poi mi sono resa conto che l’abbazia di Montecassino è un posto in cui potrei vivere felice, benedettina tra i benedettini, se solo mi concedessero di lavorare senza pregare.


Domani tornerò di nuovo giù. Ogni volta mi ripeto che riposerò e farò soltanto quello che voglio. In realtà so che non accadrà perché tornare a casa, dopo una lunga assenza, vuol dire in buona parte rifare il punto di una condizione che non smetterà mai di appartenermi ma di cui mi sono persa delle tappe, che ci sono delle cose da fare e anche da dire, che quello spazio mi chiede di essere altro da quello che immagino sempre quando sono aMilano. Si tratta soltanto di pochi giorni e non so bene se sia un bene o un male. Cosa farò quando rientrerò e sarà davvero settembre anche per me, che non ho fatto vacanze a luglio e ad agosto, che non ho liste da rispettare se non la speranza di non diventare mai pigra e rispettare i giorni per quello che vogliono ispirarmi di volta in volta? Cosa sarà di questo autunno con la pedalata assistita, che vorrei pacato e indolore e a cui chiedo soltanto di non essere né caldo né freddo?

Nessun commento:

Posta un commento