Sola andata

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sabato 7 settembre 2024

Turista per “casa”

 Stavolta proprio non riesco ad avere la misura esatta di quanto sia bizzarro quello che sto facendo in questo momento. Sono su uno di quegli autobus turistici, di solito popolati da pensionati entusiasti e fin troppo energici e curiosi, per una sorta di tour a tappe che prevede come sosta principale Napoli e la costiera. Sì, da Milano sono partita alla volta dei dintorni di casa mia per fare la turista in luoghi che dovrei conoscere alla perfezione. La verità è invece che conosco mille volte meglio Milano di Napoli, che non ho mai visto gli scavi di Pompei (per questo rimedierò adesso) e sono stata in costiera non più di un paio di volte. Mi diverte tantissimo l’idea di dormire in un hotel di Napoli e farmi guidare per la città da un accompagnatore del nord. Mi pare che dica molto del mio mancato senso di appartenenza e di radicamento, di quanto siano stati poco attenti i miei a raccontarmi il posto in cui mi è toccato di nascere, di quanto la provincia rappresenti per me sempre altro dalla metropoli, anche quando alle spalle ci sono anni di pendolarismo spinto per andare all'università e coltivare passioni e una visione meno gretta e limitante. Per me è sempre stato così: c’ero io, provinciale disagiata, e poi c’era la città, dove tutti avevano diritto acquisito di guardarmi dall’alto in basso. 

Forse è per questo che vivere anche nell’estrema periferia di Milano mi ha fatto automaticamente sentire cittadina degna di tutti i vantaggi e upgrading del vivere “dentro le mura”. Devo aver pensato a questo quando ho confermato la prenotazione e deciso di fare un viaggio “dalle parti mie” seguendo l’intera liturgia del turista di stampo classico, quello da pacchetto completo che porta a vedere tutto quello che dovrebbe uno che ci passa e vi rimane per poco tempo. Per me sarebbe un punto di vista atipico eppure mi diverte da morire: ho preparato il mio piccolo bagaglio pensando non alla maniera di quando torno dai miei, ma di quando vado in un posto in cui nessuno mi conosce e devo solo sentirmi abbastanza comoda per stare in giro tante ore. E poi ho provato ad immaginare alla mia stanza d’albergo a Napoli e a quanto sia bizzarro già soltanto il fatto che stanotte dormirò a meno di 10 km da casa mia senza andarci per nulla. Milano - Napoli e ritorno. Tutto in tre notti e quattro giorni.

Potevo far tutto da sola. Vero. L’avrei fatto? No. Perché? Perché quello che credi di conoscere non sembra mai essere una novità che valga la pena di scoprire. È una forma di presunzione basata su un distorto senso di familiarità che - nei fatti - non si possiede. E poi mi piace il concetto che per capire davvero un luogo, ma anche una storia, una condizione, ti ci devi allontanare, rivoluzionare prospettive e punti di vista. E poi riavvicinarti, magari assieme a qualcuno che non è del posto ma che te lo spiega per come ne hai bisogno. Ancora non capisco se sia tutto strano o in fondo perfettamente normale oppure soltanto una perplessità priva di senso.

Sto andando a Napoli. Chissà com’è 

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