Sola andata

Sola andata

mercoledì 29 giugno 2016

la superiorità richiede altezza. Da misurare prima dell'uso

Mica mi fa piacere avere ragione su certe questioni. Però ci sono delle regole auree sui comportamenti umani alle quali è davvero troppo difficile sottrarsi, bisognerebbe avere un valore aggiunto enorme per riuscirci. Altrimenti niente. Se mi prometti di non reagire come l'altra volta ti spiego a che mi riferisco. Però mi raccomando, non come l'altra volta, che hai fatto diventare il post virale e mi hai causato un divertentissimo incidente diplomatico...ma meglio sempre evitare.

Lo spunto mi è venuto riflettendo sull'aria che tira in ufficio in questi giorni. Ci sta una questione molto tesa relativa a certe dinamiche di team, e dalle quali io sono totalmente estranea ( mi limito semplicemente ad osservare e a registrare fatti incresciosi e assurdi che sento e a cui assisto). Non ci sta bisogno di scomodare antropologi o esperti di relazioni umane per capire che certi fenomeni sono diffusissimi in ogni consesso sociale non spontaneo. Le persone che devono rapportarsi per necessità possono anche non piacersi, non stimarsi, non avere alcuna affinità che ne giustifichi l'interazione. Di solito succedono due cose:1) liti furibonde dalla ricomposizione incerta, 2) Si tagliano completamente i ponti. Devo dire che io adorerei la seconda opzione: se non mi piaci, se mi hai offeso, se mi stai antipatico...per favore voltati dall'altra parte e non mi salutare mai più. Ma proprio mai mai mai più.

Quell'incidente diplomatico col collega che si era rivolto con toni che mi avevano offeso, e di cui incautamente raccontai tanto tempo fa, ha avuto un epilogo che ho dovuto elaborare prima di concludere che su certe persone è impossibile che mi possa sbagliare. Ecco come è andata.

Il giorno dopo il mio post, quello letto dall'universo mondo, mi vede e mi saluta con convinzione, come di chi vuole dirmi : "guarda che io sono superiore alle tue invettive. Io sono uno che porge l'altra guancia, non mi toccano le offese. Guarda come oggi ti saluto con calore per spiazzarti e farti affogare nei sensi di colpa". Fatto sta che io non ho mai trovato il suo atteggiamento tale da farmi sentire in colpa o da farmi cambiare idea sul suo conto o da voler chiarire i contenuti del mio post. Ho subito colto la malizia del gesto e ho assecondato. A distanza di tempo mi saluta con sempre meno convinzione e se può evita proprio proprio di farlo. Insomma, è venuto finalmente fuori il rancore che mi porta e del quale io non ho mai dubitato. Voleva fare il superiore e non se ne è dimostrato all'altezza. Mai avuto dubbi. Bene così.

Ecco, io penso che la faccenda del porgere l'altra guancia abbia in se' qualcosa di profondamente ridicolo e inverosimile, oltre che inutile. Dei messaggi cristiani questo mi pare quello più grossolanamente funzionale a certi equilibri sociali resi civili da forme a lungo andare insostenibili di ipocrisia. Riconosco che pure sbroccare in continuazione possa rivelarsi controproducente e inutile, come pure il dialogo pacifico e argomentato quando i codici del ragionamento sono diversi. E allora tanto meglio il silenzio, il taglio netto, la reciproca indifferenza.
Ma meglio di tutto è avere un blog, che come un moderno speaker corner mi fa parlare all'universo mondo di tutto quello che penso, che tanto che mi può fregare se l'interessato lo scopra oppure no...ahhh che liberazione!

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