Sola andata

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lunedì 20 giugno 2016

Stabiliamo i rapporti. Se davvero stabili sono...

A me è successo sempre. La difficoltà di stabilire un rapporto semplice e naturale con qualcuno con cui si è avuta una frequentazione senza che sia sfociata in nulla è una cosa che a me capita molto spesso. Mi piacerebbe proprio sapere gli altri come la vivono, come risolvono certe questioni: togliendo il saluto, facendo finta di niente, assumendo un'aria di disprezzo...ma alla fine perché tutto ciò? Io, pur nel mio comprensibile imbarazzo, vorrei continuare ad essere gentile e amichevole come sono sempre stata: ho capito che non mi vuoi e non voglio ammazzarti per questo. Tutto qui. Tutto molto bello...ma poi succede sempre del fastidiosissimo altro. Vabbè...così tanto per dire...

Oggi ho imparato la parola "phubbing". Anche questa è una cosa che ho sperimentato con dolore. È la pratica secondo cui chi sta con te passa tutto il suo tempo a guardare gli status sul telefonino. Credo che dopo un "ti ho tradito" sua in assoluto la cosa che mi procura più sofferenza al mondo. Poi ho pensato che in realtà non è esattamente così. La verità è che quando lo sta facendo qualcuno per cui non sono emotivamente coinvolta a me non importa proprio nulla. Lo faccio pure io, perché è la mia maniera di evitare la noia, le gabbie emotive, la prossimità con persone poco interessanti e, perché no, anche per sovrascrivere l'idea stessa di socialità. E così all'improvviso ho capito. La vera cartina al tornasole della profondità dei rapporti umani sta proprio nella capacità di dimenticare che esiste quella che qualcuno argutamente ha definito "protesi emotiva" dei social media e di ritrovare il gusto e il piacere della conversazione "corpo a corpo". Altrimenti evviva il Phubbing!

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