Sola andata

Sola andata

lunedì 14 settembre 2020

Certe volte non tornano

 Continuano a non tornarmi troppe cose in questo anno assurdo in cui tento di ridefinire i confini del mio spazio d’azione e di quello vitale. Non credo di essermi mai sentita così disorientata, invece qualche volta penso che in realtà  sia sempre stato così e che questa fosse solo l’occasione per farci caso. E poi quali sarebbero le cose che non mi tornano? È una serata piuttosto calda e io sono un po’ stanca, non vorrei arrischiarmi in labirintiche elucubrazioni per scoprire che mi sarebbe bastato un triplo cioccolato con panna e granella alla qualunque purché granella come se piovesse.

 Sono rientrata da una settimana: ho ritrovato il mio piccolo bagno ancora da finire assieme a qualche problema piccolo pure lui ma dalle grandi potenzialità di crescita, un amico mi ha regalato l’abbonamento ai film in streaming di Venezia e io ho ripreso i ritmi di una vita in fondo tranquilla, pacificata da sogni che non pretendono pure di realizzarsi e che si accontentano di dettare la linea. Mi illudo ancora di non avere alcun diritto al lamento e questo qualche volta mi sembra parecchio frustrante.

Qui in casa ho creato lo spazio per mettere il divano nell’altra stanza. Al suo posto ci sarà un televisore grande che presumo vedrò stando seduta per terra su grossi cuscini e sul tappeto. Sono giunta ormai ad una età in cui credo di essere certa che non smetterò mai davvero di avere quindici anni. Il prossimo week end si andrà a votare e con ogni probabilità si deciderà per  un taglio dei parlamentari. Io, pur senza tutta la convinzione che richiederebbe l’orrore di un ridimensionamento della rappresentatività e quindi della democrazia, spero che vinca il No. Nella mia regione ci saranno anche le elezioni regionali: pare che vincerà  De Luca, soprattutto grazie a suoi irresistibili siparietti. I suoi colpi di teatro ai miei occhi celano solo un uomo dispotico, poco orientato al dibattito democratico e un millantatore. Ma indubbiamente la sua formula comunicativa è efficacissima. E poi l’alternativa è assai peggio.

Ho fatto il risotto con le verdure. Non avrei dovuto usare il riso integrale. Credo che sia per questo che non è venuto cremoso. Invece ormai sono un asso dei pancake alla farina d’avena. È stato così che ho scoperto che mi sono persa troppo burro d’arachidi nella mia vita. Ho pulito casa per ore eppure mi sembra ancora tutto in disordine, un disordine che pare volermi dire qualcosa che però ancora non comprendo. Nella mia casa in Campania invece mi piace tutto. Tutto mi pare avere un suo senso preciso. È facile quando quello spazio non ha dovuto ospitare tutta una vita e il suo carico di variabilità emotiva.

Credo che dormirò sul divano anche stasera. Poi domani lo sposto e io tornerò a stare nel mio lettone sul soppalco. Fa ancora molto caldo ma io l’estate non la sento già più

E ancora troppe cose non mi tornano


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