Sola andata

Sola andata

giovedì 3 settembre 2020

“‘Na grazje e’ Die”

 Eh, ma stavolta non ci voleva mica molto. Tanti giorni di ferie, tutti destinati a riposo, mare vicino e soltanto di mattina, la comodità di una casa con uno spazio che a Milano non mi permetto neppure di inserire nell’immaginario più ambizioso. Per questa estate incastonata nell’anno più assurdo della mia vita non sarei riuscita a fare niente di diverso: allontanarmi da una città che mi ha blindato, isolato, affaticato, complicato la vita e azzerato ogni mia consuetudine assodata. Ora in questa molle transizione da agosto a settembre, quando l’aumento dei contagi pare evocare un passato recente che non ho ancora fatto in tempo a metabolizzare, mi chiedo già cosa significherà per me ritornare a Milano. Perché non è mica così normale per me tornare ad affrontare la quotidianità problematica di una città in cui sono ancora alle prese con una ristrutturazione che mi ha creato una serie assurda di problemi, un lavoro che non so quanto ancora cambierà in modalità e contenuti. E la paura, nuova compagna dall’aspetto variabile che ha cominciato a fare il suo ingresso anche tra le mie scelte più elementari. Io non lo so proprio cosa proverò stavolta al mio rientro. Il bello di non avere scelta in fondo è solo questo: non ha alcuna importanza quello che sento io. Farò tutto quello che c’è da fare, troverò giocoforza delle soluzioni. E di sicuro mi chiederò come mi ci sono ficcata in queste situazioni. Io sono così, credo che tutto quello che faccio sia in realtà soltanto un pretesto per poi bacchettarmi.

Oggi in spiaggia, durante la mia solita passeggiata, un ragazzo che faceva la stessa cosa con degli amici, venendomi incontro mi ha detto in dialetto stretto che ero una vera grazia di Dio. È stata una cosa del tutto inattesa per me e direi pure molto divertente. Lui era piuttosto giovane e io non sono più abituata da anni a ricevere quel genere di apprezzamenti. E così ho pensato che forse se qualcuno mi trova ancora carina è perché in realtà io sto ancora aspettando di piacere all’unica persona che mi piacerebbe incontrare e che tutto quello che ho ancora voglia di fare, capire, imparare trova il suo senso solo in questa assurda aspirazione. Non mi salvo, lo sento. Camminare molto, in una spiaggia quasi desertica, ma nella quale all’improvviso succede qualcosa e io la traduco così. In fondo credo che avrò bisogno anche di questo piccolo bagaglio di sensazioni al mio rientro a Milano, lì dove incontrare qualcuno capace di improvvisare siparietti simili è un’ipotesi non contemplabile, dove non ho più voglia di uscire e frequentare nessuno Lì, dove mi faccio bastare gli spunti creativi della rete. E poi basta.

La mia estate sta finendo così: con un’abbronzatura dorata, tutto il riposo di cui avevo bisogno, il mio carico di amore platonico, sempre perfetto e privo di nevrosi e gelosie, su cui ho meditato pure durante le mie passeggiate marine. A tutto si aggiunge questa inedita paura del futuro unita a quella da rientro in una città in cui ho fatto una fatica crescente per fare qualsiasi cosa. 

Ho riposato bene. Direi che sono stata “nella grazia di Dio”. E non lo so quanto questa sia, di fatto, davvero una buona notizia


 


1 commento:

  1. L'abbronzatura ora è ottima :-)
    Pensa positivo Lucia: rientro a Milano, definitiva scomparsa del Covid (si scoprirà che basta una fetta di Sacher al giorno per eliminarlo) ripresa della vita sociale, corso corsaro di Cinema su (e con) Nanni Moretti...

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