Sola andata

Sola andata

lunedì 9 maggio 2022

Hai presente il futuro?

 Milano è tornata ai vecchi fasti. Strade gremite, mostre, concerti, un sacco di gente che passeggia, che si veste bene e mi pare di nuovo feliceE’ stato un week end grondante di vita, di quella che in parte riguarda anche me e mi è sembrato davvero molto bello. Ah poi in realtà nulla di che: una bellissima mostra a palazzo reale, un film al cinema, un po’ di incontri in giro per la città e le librerie, qualche complimento bello da qualcuno e che onora il mio essere donna ma che in fondo non sento più di meritare, il parco fuori casa dove leggere e contare tutti i toni del verde…sarà la primavera e un’aria che proviamo ad alleggerire malgrado tutto, sarà che scopro solo ora quanto mi sia mancata questa città e il mio desiderio di percorrerla continuamente, sarà che pure il mio vicino un po’ scemo mi pare meno insopportabile da  quando si limita a vaneggiare, ubriachissimo, soltanto nel pomeriggio e non più di notte. Sarà che non ci voglio neppure pensare che un giorno potrei andarmene da Milano e che proprio sulla falsariga di questo trauma futuro mi pare di vivere questo tempo alla maniera di certi amanti adulterini che non vogliono perdersi neppure un istante di passione. Mi accorgo solo adesso di quanto sia stata devastante questa “apnea” durata più di due anni e che in fondo uscirne sia stata più una scelta dettata dall’esasperazione che da una legittima normalizzazione . Non va tutto bene, ma a volte forse è necessario prendere una pausa pure da urgenze su cui abbiamo un controllo troppo scarso per assumerci costantemente  ogni colpa.

Di questo ultimo faticosissimo mese salvo ogni cosa: l’eccesso di lavoro, i miei allenamenti antelucani (che testimonio con foto da devastazione fisica manco fossi una di quelle invasate da TSO tipo Jill Cooper) che mi servono a gratificare il mio bisogno di disciplina e a dare equilibrio ad un umore nato ballerino, i mobili che ho dato via da una casa che vorrei completamente rinnovare e per la quale mi darò tutto il tempo e la cautela per farlo. Salvo la mia percezione non più così drammaticamente sconsolata riguardo a quella parte del mio quotidiano che mi procura disagio. Tanto per dirne una giusto come esempio: nei giorni immediatamente successivi all’aumento del carburante ho provato a vedere quante automobili con un solo conducente ci fossero nella trafficatissima strada che percorro per andare al lavoro. Erano praticamente tutte. Credo che sia ragionevole non riuscire a modificare le proprie abitudini, chi sono io per scandalizzarmi di questo? Non ce l’ha fatta la narrazione che vede come imminente il pericolo di una catastrofe ambientale, non ci riesce l’incubo di una prevedibile scarsità a breve nei rifornimenti di energia e neppure il sacrificio economico immediato e tangibile. Cosa potrebbe mai fare una mia eventuale indignazione? E così accetto i risultati dei miei irrilevanti sondaggi mentre passeggio allegramente fino all’ufficio con le mie cuffiette nelle orecchie e dopo una bellissima colazione che così muovendomi giustifico tutta. Nessuno può imporre la propria visione delle cose agli altri,se non sono essi stessi ad accoglierla e farla propria. E così sia, se altro non riesce ad essere.

Sto già pensando alle vacanze perché ho intenzione di fare una cosa un po’ particolare, in un luogo molto bello e nel quale andrei per la prima volta. Appena sarà tutto confermato lo racconto perché è una roba proprio troppo troppo ganza. Sono belli i progetti piccolini, quelli fattibili e a breve termine, non troppo ambiziosi ma a loro modo stimolanti e carichi di allegra energia e di tutte quelle piccole possibilità così  accessibili che ti pare di pregustarle già mentre le stai pensando. Sì, ho smesso di pensare al futuro come a un grande progetto in cui si compie tutta l’esistenza. Credo che sia un meccanismo normale quando “il tempo stringe la borsa”. A pensarci bene che bello: meno attese, meno pazienza. Quanta leggerezza. Non tutto il “subito” viene per nuocere. L’ho capito adesso

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