Sola andata

Sola andata

giovedì 3 agosto 2023

Progetti per il presente

 Ci cascano sempre. Sempre così, da quando ho capito quante cose si possono dire semplicemente scrivendole. Tutte le volte che racconto cose legate, anche in modo irrilevante, a quello che mi succede in ufficio, magicamente il counter dei miei lettori lievita in modo esponenziale. E questo nonostante io trascorra il 90% del mio tempo chiusa nella mia stanza, non interagisca con nessun collega se non per questioni lavorative, non mi ricordi il nome di almeno l’80% di loro e non sia minimamente interessata a qualsiasi cosa di questo ufficio che non sia strettamente correlata a quello che giustifichi il mio stipendio. Succede sempre. E io lo so da sempre. Lo faccio apposta perché mi pare un bel modo di non subire cose che trovo ingiuste o fastidiose o per far conoscere un punto di vista senza dovermi confrontare in modo diretto con persone con cui non ho voglia di intavolare discussioni spiacevoli. Cominciai col famigerato collega ripugnante, di cui per fortuna non ho più notizia, per poi fingermi stupita che tutti avessero letto, e ho continuato così un sacco di volte. Mi pare quasi di vederla la “talpa” all’opera che intercetta il mio post e poi fa passare il link nelle chat per diffondere lo scoop, magari corredato con espressioni del tipo “guarda che ha scritto”, “ma come si permette?”, “No, dico, ma ti rendi conto?”. E io non posso che compiacermi persino della povertà di argomenti di cui si deve soffrire in certi contesti se interessa quello che dice una che a stento incrociano nei corridoi e che nulla se ne fa della loro opinioneE’ un mondo bellissimoMa in fondo che mi importa di quello su cui gli altri si sentono in diritto di poter ricamareScrivere quello che sento senza calunniare nessuno è un mio diritto. Leggere e poter malignare senza ragione, ma pure senza vittoria, è quello loro. 

Le mie ferie sono ancora utilizzate con parsimonia. Pare che ci sarà un forte abbassamento delle temperature, per cui temo che non riuscirò ad andare al mare. Poco male, so già come spenderò il mio tempo in modo alternativo: lasciando tutto al caso. Mi è passata la smania di pretendere di massimizzare il risultato “attivo” di una vacanza peraltro molto breve. Mi basterà ritrovare la mia stupenda sedia col massaggiatore incorporato, la mansarda, i miei attrezzi, i libri, i film da vedere…più o meno quello che mi piace fare in ogni altro giorno dell’anno, al netto delle incombenze domestiche e lavorative, slittato in un luogo che, a piccole dosi, pare impegnarsi davvero a garantirmi le migliori condizioni possibili. Al 2023 avevo chiesto soltanto di essere diverso dal 2022. Non avevo posto altre condizioni. Ci sta riuscendo. Non chiedo altro.


Non ho sempre avuto questa pacificata serenità. Quando viaggiavo spesso da sola ero costantemente mossa dal bisogno di recuperare tutto quello che non mi era riuscito di fare e di vedere negli anni precedenti. E’ successa una cosa simile quando mi sono resa conto che studiare economia non mi piaceva e allora volevo riappropriami di passioni represse e inespresse nel più breve tempo possibile. Ma tutto questo comporta ingratitudine e un enorme dispendio di energia: non esistono vite giuste o sbagliate. Esistono le circostanze, l’inesperienza, i tentativi in buona fede e poco importa se tutto questo non ci accompagna subito precisamente dove vogliamo arrivare. Non potrò mai sapere cosa mi sarebbe successo inoltrandomi per altri sentieri e senza un realistico termine di paragone non ho alcun motivo di rammarico per quello che di fatto è stato. Sono solo felice di non aver ceduto al ricatto familiare di dovermi sposare per riprodurmi: questo lo avrei rimpianto perché in un mondo così concepito non voglio lasciare nessuno a combattere una battaglia che credo ormai persa. Ho fatto pace con la mia vita, non anche con quella di chi non mi ha mai chiesto di averne una.


E’ complicato fare i conti con il mese in cui sono nata: ho sempre almeno un ricordo nitido delle varie tappe di questo mio tempo sempre più corto. Ma non corro rischi perché gli ultimi anni sono stati mediamente più belli di quelli molto lontani e le torte non erano buone come quelle che ho cominciato a regalarmi da sola. Forse quest’anno ci aggiungo pure un vassoio di sfogliatelle e/o le delizie al limone di Sal De Riso, così, senza meriti, ma pure senza colpe conosciute.

 

Mancano soltanto cinque mesi alla fine di quest’anno e io non ho ancora fatto niente di speciale. O forse sì. Aspettare per scoprirlo può essere un ottimo progetto a lungo termine.

Un caro saluto alla “talpa” 😜

1 commento:

  1. Una napoletana a Milano che se la vive bene.. io avrei provato, forse una volta stava anche per succedere - sai in quei sliding doors che ti fanno girare la testa -, poi però s'è fermato tutto e la mia vita continua a Roma..

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