Sola andata

Sola andata

venerdì 23 giugno 2017

Appartenenza a parte...mi sento parte

Ufficialmente in ferie. Devo dire la verità, è la prima volta che non ne sento una necessità assoluta. Non mi sento particolarmente provata né dalla stanchezza né da una condizione emotiva particolarmente problematica. È tanto tempo che non scendo giù dai miei e mi fa piacere pensare di essere un po' coccolata in quella maniera che può accadermi solo se devono sopportarmi per un tempo molto limitato.  Credo che mi porteranno al mare, che mangerò troppo, che mi allenerò anche per limitare i danni, che sarò felice di rivedere tutti, che finalmente leggerò in santa pace e senza pensare che non ho ancora lavato i piatti e steso i panni. E poi, come al solito mi mancherà Milano. Ormai credo che questa cosa qui non la risolverò mai più. Io il senso di appartenenza arrivo a riconoscerlo al massimo in modo "trasversale", anzi mi viene da pensare che il legame col posto  in cui sono nata mi sia stato possibile stabilirlo e consolidarlo solo allontanandomene, distillando il mio vissuto depurandolo da quello che non ho mai accettato di quella terra e che ora più che mai troverei intollerabile.
Ma tant'è, ormai me lo ripeto ad ogni vigilia di ritorno alla terra mia e questo mio modo di essere migrante rappresenterà per sempre la mia maniera di appartenere ad un percorso, piuttosto che ad un luogo preciso.

E sempre a proposito di legami e di sentirsi parte di qualcosa, ho provato a capire cosa consente di stabilirne la profondità. Da buona romantica "scettica" alterno le mie folli pretese di assoluto a più pacati tentativi di saggezza disincantata, durante i quali mi ripeto che tutti i sentimenti sono aleatori, volatili e volubili e non per questo rappresentino dei rischi da evitare. Ma poi, alla fine, finisco sempre per dare ragione alle folli pretese di assoluto senza mai davvero pentirmene...soprattutto quando osservo gli scarsi risultati derivanti da "combinazioni" facilmente deteriorabili. Non hanno senso, anzi sono contro ogni senso.

E così stasera, dopo aver mangiato una quantità impropria di ciliegie perché devo svuotare il frigo, e con una valigia ancora tutta da preparare, mi chiedo cosa ci faccio ancora stravaccata su questo divano, come se non dovessi andare in nessun posto o come se non fosse necessario fare nulla per passare da un luogo che ami ad un altro a cui vuoi altrettanto bene.
Meno male che i biglietti li ho presi da due mesi





1 commento:

  1. Io sono un romano che ama Milano. Non ci ho mai abitato a lungo (tranne un anno dopo nato, sono stato concepito a Milano, ma la mamma ha voluto che nascessi a Roma e poi è risalita, nel periodo in cui mio papà ci ha lavorat), sono venuto a periodi max settimanali.. il mio Credem era accanto alla Scala, visto tante partite (sono milanista doc), mangiato in ristoranti da sogno (La Conchetta su tutti), passeggiato malinconicamente sui navigli, sognato sulla Madonnina, spulciato i vecchi palazzi..e ho un sacco di amici milanesi..

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