Sola andata

Sola andata

lunedì 12 giugno 2017

Preludio di una notte insonne di mezza estate

Ormai mi sono rassegnata al fatto che in questo periodo dorma ancor meno del solito. In fondo ci sono delle volte in cui questo non mi dispiace e mi fa sentire in diritto di stabilire dei piccoli rituali di grande relax, come un ultimo amaro Montenegro, passare mentalmente in rassegna i fatti del giorno, godere di un silenzio irreale, addormentarmi direttamente sul divano. Orami sono due settimane che succede. Quando mi sveglio qui in cucina, con le tapparelle non abbassate, la finestra aperta, il tavolo visto da una prospettiva non usuale e una certa sciatteria trasgressiva da sprovveduta, mi diverto sempre un po'.  La mia idea di estate è tutta concentrata in certi passaggi temporanei di stato.

E poi ci sono le cose che non smetto di fare mai, neppure in estate e a temperature roventi, come percorrere a piedi, e almeno per due volte al giorno, Via Mecenate, credo la strada di Milano che amo di più. Negli anni l'ho vista cambiare persino nella luce e nella quantità di nebbia che riusciva a contenere. Da circa un anno è arrivato uno stabilimento di Gucci e poi un albergo di lusso:dei palazzoni neri molto glam che hanno "violentato" le architetture dickensiane da romantica archeologia industriale che tanta parte hanno avuto nel mio tragitto incantato. Ma tant'è, non sarà certo questo ad impedirmi di continuare a "farmi strada" in quel tratto dove concentro la parte più densa del mio silenzio e dei miei interrogativi.

Esattamente un anno fa facevo una piccola e bellissima vacanza in Portogallo. Mi ricordo che ero imbottita di antidolorifici perché avevo un braccio completamente bloccato da contratture muscolari da cui sarei guarita solo molto tempo dopo e tanta fisioterapia e che soffrivo per una persona che in realtà non ha avuto alcun significato nella mia vita. Ma nelle foto avrei detto che ero del tutto felice. Io sorrido sempre, di un sorriso che inganna persino me stessa e questa cosa mi spiazza, perché io me lo ricordo come mi sentivo davvero. Che senso hanno quelle foto così ingannevoli? Restituisco ricordi fasulli e questo mi spaventa.

Stasera fa molto caldo, sono rientrata in casa da poco e via Mecenate, così poco illuminata, così mezza proletaria e mezza deturpata dal lusso prepotente e fuori luogo, era ancora bellissima. E ho pensato che era in quel momento che avrei dovuto fare una foto. Perché adesso sì che il mio sorriso sarebbe stato sincero...

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