Sola andata

Sola andata

sabato 3 giugno 2017

Una taglia sulla giovinezza

Ci sto ancora dentro. È sempre un'ottima notizia per una donna sapere di entrare ancora negli abiti degli anni precedenti. In realtà so perfettamente di essere un po' cambiata, che sono meno in forma di un anno fa e che pure il mio viso e certe mie espressioni tipiche cominciano a risultarmi meno familiari. Forse quello che trovo davvero straniante nella percezione di sentirsi cambiare è che in fondo la faccenda mi traumatizza meno di quanto ne abbia avuto timore durante i miei "inviolati" anni acerbi.

Si dice che ogni età abbia la sua magia, il suo fascino, la sua bellezza...io credo che la giovinezza sia invece la sola vera irripetibile occasione, superata la quale abbiamo solo due possibilità: 1) godere di una maturità frutto di una giovinezza spesa bene, 2) tentare di perdonarsi

Io non saprei dire verso quale sentiero mi stia avviando, probabilmente, come molti, tento di prolungare la giovinezza, o il sentimento della stessa, solo per provare a darmi qualche occasione in più. Me ne accorgo quando mi rifiuto di fare bilanci, o di buttare i miei adorati quanto improponibili jeans strappati, quando al concerto degli "Stato Sociale" mi sono sentita la zia Bettina, quando ancora mi compiaccio di uno sguardo maschile che lascia pochi dubbi...Sì, direi che ho un'età anagrafica non ancora pienamente allineata a quella percepita e che in fondo in questa forma di immaturità alberghi ancora l'entusiasmo che ho il terrrore di perdere assieme al mio sfiorire.

Stasera a blob veniva raccontato in pillole l'ultimo trentennio: dall'ascesa, dominio e declino di Berlusconi al mesto epilogo renziano. E io c'ero. La mia storia personale è stata tutta scandita da fenomeni antropologici e politici di cui soltanto molti anni dopo ho potuto comprendere la reale portata. Ma non me l'hanno tramandata, io ne subivo gli effetti, crescevo all'alba di quella realtà che ben presto avrei ritenuto da combattere con ogni possibile strumento.
Io ero giovane prima dell'era digitale, mentre si imponevano i paninari, mentre Reagan si faceva fare i programmi di politica monetaria da Milton  Friedman...

Chissà se veramente tutto questo ha inciso nella mia vita, o se invece ha contato di più la piccola provincia in cui sono cresciuta, i miei compagni del liceo, quell'idiota supremo che conobbi a sedici anni. E chissà se tutto questo c'entra davvero con i miei vestitini estivi in cui riesco ancora ad entrare. Forse dovrei finalmente cambiare il mio guardaroba, magari senza più preoccuparmi della taglia, guardare blob pensando che in fondo Berlusconi non era il peggio come pensavo allora, che l'edonismo reaganiano era in fondo meno immorale dell'antiambientalismo trumpiano.

In effetti davvero potrei cominciare a rileggere la mia storia in questo modo. Ma ancora non mi riesce. Se lo facessi riterrei la mia giovinezza semplicemente una grossa occasione perduta. E proprio non mi va.
Temo, a questo punto, che mi toccherà rimanere fanciulla ancora per un bel pezzo se voglio invecchiare senza diventare matta. Se proprio devo...











Nessun commento:

Posta un commento