Sola andata

Sola andata

martedì 27 giugno 2017

Di come cambiano le cose (pure quelle che non lo fanno mai davvero)

Tutto più o meno come nelle previsioni. Il mio soggiorno campano procede come previsto tra corse, mare, cibo ingiustificato e un caldo di cui non avevo tenuto conto. Tutto, quando ritorno qui, mi pare sempre esattamente uguale a come l'ho lasciato. E non parlo solo delle cose, che forse in realtà cambiano pure ma io non me ne rendo conto, ma proprio del mio modo di sentirmi quando vengo qui: papà che borbotta cose un po' sconnesse sui disservizi del paesello, mamma che sta sempre a mondare quintalate di verdure, che faranno pure tanto bene ma mica poi tanto se le anneghi in un barile di olio...mia sorella che nessuno ha mai compreso ma vabbè...
Non colgo mai i cambiamenti, giuro che mi pare tutto come la prima volta che ho fatto le valige e me ne sono andata via. A ventiquattro anni. E invece poi le cose cambiano e succedono e stravolgono cuori, interi assetti familiari, direi l'anima stessa di questo piccolo paese dove solo apparentemente mi pare che tutto resti cristallizzano come nella mia memoria poco aggiornata. Mi è bastato ascoltare mia madre mentre sosrseggiavo il primo caffè dell'alba, altro storico rituale, che mi raccontava di matrimoni traballanti che stanno in piedi solo perché il tradimento rientra come ingrediente concesso; del palazzo confinante che è stato sequestrato dal comune e chissà che ci faranno; di una sua ex collega diventata matta e che gira per il paese come una derelitta.

Forse quella sempre uguale sono proprio io, che in fondo ho deciso da sempre che questo non sarebbe mai rimasto il mio posto, che ho sempre trovato normale fare tentativi in un altrove che solo da poco tempo mi pare non essere più tale ma il luogo dove vorrei trascorrere il resto della vita, anche se papà ancora è convinto che io a breve ritornerò qui. "Lucia, ma che ci fai in quella casa così piccola? Ma come fai a vivere senza auto? Ma davvero non trovi faticosa quella città? Se proprio non ti fanno tornare come dici, almeno cercati un altro lavoro qui...oppure stai lì ancora un po' di anni e poi molla tutto e tornatene qua"... questo è più o meno il tenore di un tipico confronto col mio papà. Non si è mai reso conto che io me ne sono andata in senso stretto da questa casa.
Avrei voluto dirgli che quello che vedo sul percorso del lungomare dove vado a correre, mentre lui rimane tutto il tempo sotto l'ombrellone, è lo stesso identico scempio, degrado, immondizia, oltraggio ambientale che mi mettevano a disagio tanti anni fa.
Domani gli faccio vedere le foto, così ne parliamo sotto l'ombrellone e mi spiega come mai certe cose cambiano meno di me...
Pazienza, immagino che ci diremo queste cose per tutti gli anni che verranno e nei quali io non sarò ancora tornata. Per il resto, meno male che ci saranno sempre pure il caffè dell'alba e le storie di mia madre a ricordarmi che in fondo pure qua le cose cambiano parecchio. Di certo più di me e di questo sfortunato lungomare di Varcaturo...

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