Sola andata

Sola andata

mercoledì 6 settembre 2017

"Ciao. Non devo chiederti niente"

Mica mi abbasso così alle provocazioni. E infatti ho imparato a non raccoglierle più. Sono geneticamente non predisposta al litigio e ai conflitti. Non li trovo utili, non mi piacciono, non mi interessano, secondo me spezzano i legami in modo irrimediabile. Appena noto una disarmonia, giro i tacchi e me ne vado. A me piace ascoltare la radio, leggere e andare a cinema, non parlo mai molto, non mi piace il pettegolezzo ed esprimo giudizi soltanto se richiesti. Non sono una sociopatica, ma francamente neppure una compagnona che tutti cercherebbero per animare una serata casinista. Eppure tutto questo non è bastato per evitare un del tutto inaspettato messaggio avvelenato da parte di una persona a cui ho soltanto detto che se un uomo non la cerca è perché non la vuole. Ho ascoltato con santa pazienza tutti i suoi accadimenti e soltanto dopo espresso una mia legittima percezione. Mica le ho detto che è una verità scolpita nella pietra, ma solo che secondo me non la vuole e che lei non dovrebbe cercare di capire molto altro. Si è offesa e mi ha detto che a me non interessa starla a sentire. Devo dire la verità, solo quando me lo ha brutalmente rinfacciato mi sono resa conto che era proprio così. Non mi interessava più neppur un tantino così ripeterle cose che non aveva voglia di ascoltare e non vedevo l'ora di non perdere più un solo minuto del mio tempo per una faccenda fin troppo limpida ai miei occhi. Quel messaggio così piccato e sgradevole è stato in realtà la mia salvezza.

Nel pomeriggio è passato a salutarmi in stanza un collega molto dolce che mi ha detto esattamente così: "Ciao Lucia, in realtà non ti devo chiedere niente, è solo che non ti vedevo da troppo tempo" e io mi sono chiesta come sia possibile restituire senstimenti tanto diversi nei confronti degli altri rimanendo al contempo esattamente quello che si è.
Io sono una persona fondamentalmente timida e spesso a disagio nella gestione dei rapporti umani, a qualsiasi livello. Non ne ho mai fatto mistero, non la considero una colpa o una forma di egoismo. È semplicemente un modo di essere come un altro e forse pure la ragione principale per cui mi sento più a mio agio in una sala buia o con le cuffie o ad andare a correre. Nonostante questo atteggiamento in fondo non troppo velatamente sociopatico, mi ritrovo sempre circondata pure da persone sinceramente affezionate che non fanno che preoccuparsi per me, di ciò di cui ho bisogno, che mi cercano molto spesso per chiacchierare di faccende di comune interesse, che mi trovano buffa e simpatica. Trovo spiazzante e stupefacente pure tutto questo ad essere onesta...

La verità è che forse è proprio vero che non si può piacere a tutti a meno di essere una specie di Zelig che prova ad assecondare tutti dimenticandosi di se stesso. Ma credo che sia altrettanto vero che è quasi impossibile non piacere proprio a nessuno. Pure se frequenti poco, o se pensi che te la cavi meglio facendoti il più possibile i fatti tuoi, pure quando una all'improvviso ti riempie di insulti perché le hai detto semplicemente che la verità è che non gli piace abbastanza...

La prossima settimana sarò a cinema praticamente ogni giorno, il mio collega di stanza dovrà assentarsi di nuovo forse per tanto tempo, riprenderà il palinsesto invernale di radio due e io i miei allenamenti. Direi che non prevedo troppe occasioni di dialogo. Può essere, ma stavolta sarò io ad andare da chi mi ha regalato stupore e riconoscenza per dirgli: "Ciao. Non devo chiederti niente. È solo che non ci vediamo da troppo tempo"


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