Sola andata

Sola andata

giovedì 21 settembre 2017

Se lo arresto forse mi libero. Persino di me stessa

Alla fine ho ceduto, come mio solito, alle lusinghe delle offerte on line e quell'abbonamento alla palestra di nuova apertura di via Mecenate alla fine l'ho fatto. Credo che di correre non smetterò comunque, anche se sono troppo stanca e in realtà non potrei proprio permettermelo dati i miei valori
di ferro costantemente sballati e le gambe ancora un po' pesanti per certi tipi di sforzo. Eppure
continua a rimanere la disciplina "spirituale" più affascinante che esista. Sono sicura che certi cambiamenti strutturali del mio carattere non sarebbero stati possibili senza quella cosa lì così impegnativa e progressiva e così spesso da maledire.

Ma quest'anno faccio una cosa diversa e mi dedico agli attrezzi e alla "core stability", che tanto pure la forza e l'equilibrio mi servono a pacchi. Ci andrò alle sette del mattino, al posto dei dvd americani con la Rebecca, la tutor che conosco da dieci anni e che non cambia mai, non si stanca mai, ha sempre lo stesso sorriso e io comincio a pensare che dovrei incontrarla, dopo tutti questi anni, e avere la prova che è ancora così perfetta come allora o se comincia ad arrotondare i fianchi come me...😀😀😀

E sempre per restare in tema di salute che non ho, l'altro ieri ho fatto una visita privata presso un medico adorabile che non vedevo da anni e da cui farò un piccolo intervento. Gli ho chiesto consigli per un po' di tono, una strategia di riposo, una pozione magica per dormire. Mi ha detto che mi trova in forma, che va tutto bene e basterà qualche massaggio o un po' di distanza da Milano. Io ho finto di credergli, almeno per attivare l'effetto placebo...

Hai presente quella scritta quando spegni il PC che dice "arresta il sistema"? L'ho già detto una volta, ma da vecchia appassionata di centri sociali io la interpreto sempre come un'esortazione alla rivoluzione. Credo che sia per questa ragione che uscire dall'ufficio per me assuma quasi sempre un significato potenziato, pure se alla fine si traduce soltanto in un ritorno al divano, alle tisane rilassanti o al troppo cibo.
Una cosa simile mi capita col Garmin: quel prodigio tecnologico che tengo spesso al polso a monitorare ogni mio passo, battito cardiaco, ritmo di percorso...Dopo circa trenta minuti, se sono
seduta, comincia a vibrare e compare la scritta "Muoviti!" E io un po' mi spavento, un po' mi vergogno per il monito e un po' mi sento accudita, seppure solo da uno strano marchingegno.

La verità è che la mia paura di riuscire a stare sempre abbastanza bene da potermela cavare da sola in ogni circostanza, anche a dispetto degli anni che passano e della forza che diminuisce, spesso diventa una malattia essa stessa. E questo malgrado sia convinta che sia sufficiente tutto quello che di virtuoso già provo a fare da sempre, i cibi che scelgo, i piccoli interventi medici che mi concedo, i battiti sotto controllo e gli integratori. Tento costantemente di fare la brava scolaretta che deve meritarsi ogni premio.
Eppure, a fine giornata, penso sempre che quello che davvero e in modo del tutto gratuito, ancestrale, innocente, rappresenti per me il vero sollievo dal peso di tutto, e di me stessa, sia sempre quella specie di imperativo lì. "Arresta il sistema"









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