Sola andata

Sola andata

sabato 20 luglio 2019

Eh, ma che carattere...

Sono anni che ho smesso di litigare. Per qualsiasi motivo e con qualsiasi essere umano. Ho impiegato un sacco di tempo per riuscirci e questo nonostante il fatto che le nobili motivazioni, la bontà d’animo, il bisogno di stare in pace con l’universo mondo non c’entrino in realtà proprio nulla. Casomai qualche volta è esattamente il contrario: il mio disprezzo, insofferenza, pigrizia, voglia di semplice quieto vivere sono fattori talmente dominanti da farmi evitare ogni forma di puntigliosa intemperanza per far valere le mie ragioni. Non pretendo di fare la morale a nessuno ma esigo che chi decide di farla a me abbia una incidenza sulla mia vita emotiva pari alla più totale noncuranza. Funziona benissimo. Se l’avessi capito prima mi sarei risparmiata anni di giovinezza piccata. Per tutto il resto prendo appunti e trovo in questa maniera la dimora per ogni sfogo. What else?

Qualche anno fa scrissi quello che diventò, mio malgrado, il post più letto di questo blog. Era ua lunga invettiva pieno di disprezzo (di cui potrei sottoscrivere ogni singola sillaba ancora oggi) su un collega bifolco e maleducatissimo con cui avevo avuto un alterco non legato a questioni di lavoro  ma, diciamo così, su una certa visione del mondo. Per fortuna ha chiesto il trasferimento e io ho risolto la mia repulsione nei suoi confronti semplicemente aspettando che la sorte mi assecondasse con eventi propizi. A volte succede davvero ed è un po’ come vincere al lotto.
Quell’episodio mi fece capire quanto fossero attenti ai fatti miei pure i colleghi che non salutano neanche quando condividono lo spazio in ascensore e poi nei fatti non vedono l’ora che tu faccia qualcosa di cui parlare e sparlare in pausa pranzo. Ci può stare. Così credo che sia sempre stato e così sarà sempre per contesti del genere.
Nel frattempo mi sono resa conto dell’urgenza di cominciare a frequentare e portarmi dentro solo le persone che mi piacciono davvero, quelle che non mi criticano  (perché tanto lo so che dai giudizi non imparo mai niente davvero) e verso cui sento di voler fare altrettanto. Quando stabilisco un legame quello che mi preme più di tutto è non urtare la sensibilità. Se così non è il mio compito è
diventato allontanarmi più che posso.

È così che sono riuscita a non litigare più. Ed è molto bello. Per il resto fingo di assecondare...tanto che mi importa. Ieri mi è stata contestata un’espressione autoironica che uso solo per me stessa. Ecco. A me certe contestazioni può farle solo qualcuno dei miei fari eletti della comunicazione, tipo Matteo Bordone o un luminare di filologia...altrimenti parlo esattamente come mi pare...ma questo me lo sono ripetuta in cuor mio, mentre fingevo di soprassedere all’irritazione di chi si sentiva offesa per una simile sciocchezza.

Migliorare per me ha significato fuggire dai conflitti, fare lunghi respiri prima di cedere ad una provocazione, educarmi alla calma, non reagire, far finta di niente. Spesso è durissima, ma paga. Mi aiuto con lo sport, o lunghissime camminate, la scelta accurata di persone belle. E poi con l’irrinunciabile mia amatissima solitudine. Quella scelta, che mi suggerisce senza offendermi. Che non giudica. Perché lei mi vuol bene così come sono. E pure io


2 commenti:

  1. Ciao. Il tuo sfogo mi ha riportato alla mente un brano della versione televisiva di "Sabato, domenica e lunedì" con i compianti Luca de Filippo, Luciano de Crescenzo e Pupella Maggio. Il personaggio interpretato da quest'ultima, riferendosi alle critiche avute in passato per una sua relazione extraconiugale avuta per di più alla luce del sole, conclude il suo intervento dicendo più o meno così se non ricordo male :Si! E' stata difficile ma ne è valsa la pena". Quanto a me, non ho la tua forza e la tua ascetica sopportazione. Anzi, col passare degli anni accade proprio il contrario. La linea di tolleranza si abbassa sempre più :)

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  2. Ciao! Magari fosse ascetica sopportazione. Io credo che sia quasi una forma di debolezza la mia. Non ho più voglia di combattere, di imporre le mie ragioni. E così mi rassegno e me ne vado...può anche essere una sconfitta a tavolino...ma tant’è. Non so se ci conosciamo ma grazie per il tuo commento 😊

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