Sola andata

Sola andata

venerdì 5 luglio 2019

(Ri)tagli del mio tempo

Non mi ci abituerò mai. Lo so che è una cosa stupida visto che in realtà lo scopo sarebbe proprio quello. Ma a me questa cosa colpisce sempre. Scoprire che ci sia qualcuno che trova i miei post, persino quelli più vecchi e decide di leggerseli è una stranissima emozione fatta di vergogna mista ad orgoglio. Mi chiedo sempre chissà cosa possa aver pensato, se mi conosce, se ne colga davvero il senso e le intenzioni o se col tempo quelle esperienze sono capaci di raccontare soltanto cose vecchie e non traducibili in materia interessante. Non lo so, però io qualche volta rido abbastanza di quelle cose un po’ insulse che per me avevano addirittura la dignità di un racconto scritto.

Ho tagliato i capelli. Non mi dispiacciono e poi erano molto rovinati e io avevo bisogno di sentirmi diversa.

Il rientro al lavoro è stato piuttosto traumatico: ho cambiato team, manca l’aria condizionata e io riesco a dormire un po’ solo sul divano ma poi le mie ossa ne risentono. Ma va bene così: la mia vacanza è stata bella e stare a Milano a luglio e ad agosto mi piace moltissimo e poi per la prima volta  andrò al festival del cinema di Venezia e sono proprio curiosa.

In questo momento danno “paura d’amare” in tv, uno di quei film molto riusciti e dal romanticismo non  banale sui quali ho tentato di formare la mia educazione sentimentale. Me lo riguardo mentre ne ridimensiono la portata emotiva e consolido l’idea che non è affatto scontato non avere paura di amare o attribuire a qualcuno la capacità di farci sentire profondamente vivi.

Qualche volta faccio un giochino con un amico con cui condivido un sacco di cose tranne l’amore, anche perché credo che lui abbia cambiato quindici fidanzate da quando lo conosco. Faccio così: gli dico che mi piace uno, che flirtiamo, che usciamo...e lui ad un certo punto mi fa “non ti fidare” ,

lascia perdere”, “già da questo capisco che non siete compatibili”...cose così. È geloso senza amarmi. Credo che questa sarà sempre una delle mie condanne. O benedizioni, chi lo sa.

Il film è arrivato al punto in cui loro lo hanno fatto e sono felici. E a me pare soltanto un vecchio racconto in cui non ho più voglia di riconoscermi. Un po’ come ho fatto io durante tutti quegli anni che ho perso a farmi crescere i capelli solo per poi scoprire che in realtà corti mi piacciono di più

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