Sola andata

Sola andata

martedì 1 giugno 2021

Dare “lustri” allo sguardo

 Forse sono troppo corti. Me lo dico sempre quando esco dal parrucchiere e decido di fidarmi della fantasia di una di quelle fatine della bellezza che mi scelgo per alleate. Ogni volta mi ripeto che in fondo i capelli crescono, che anzi è importante proprio provare a non abituarsi al proprio aspetto (perché tanto quello cambia con una certa qual noncuranza del nostro volere) e che sperimentare è quasi sempre un bene, se gli esiti non risultano senza rimedio. In realtà dipende molto anche da come sono capace io di sistemarli: ad esempio mi rendo conto che un po’ tirati con la mezza coda e la frangia spettinata  sembro più sbarazzina che se li tengo lisci a coprirmi le orecchie, dandomi un’aria da prof un po’ seriosa.  Nei fatti il risultato non mi convince mai del tutto e così alla fine mi ritrovo a desiderare capelli più lunghi che rinnoveranno la lunga attesa delle volte precedenti.  La verità è che non mi piaccio abbastanza.  La fortuna  è che per un po’ me ne dimentico oppure mi metto a pensare che delle persone che mi piacciono e che vorrei imitare mi attira soprattutto  il loro modo di ordinare i pensieri, la capacità di farmi ridere, di strutturare il ragionamento e di coinvolgermi nello scambio dialettico, la sintassi, persino la modulazione della voce.  Mi importa davvero poco di quanto mi piaccia il loro viso. Posso farci caso, ma non è per questo che li vengo a cercare. Ma  noi insicuri abbiamo costantemente necessità di illuderci che possa bastare sentirci carini agli occhi degli altri. E’ così.

In questo periodo dormo  ancora meno del solito, ma per fortuna non mi sento  particolarmente stanca e così riesco ancora ad essere disciplinata nella mia routine di allenamento (mi chiedo quanto riuscirò ancora a tenere quei ritmi assurdi. E soprattutto perché…) e a sperimentare ricette che sembrano delle cose ma in realtà sono tutt’altro (a proposito di apparenza e dei suoi inganni). E’ molto divertente e poi mi scarica, mi aiuta a pensare alla mia vita un po’ buffa, semplice eppure assurda, alla mia incapacità di andare incontro a qualcuno, di cercarlo davvero. Forse sento già chiaramente quanto sia ormai troppo tardi e la fatica di ammetterlo mi spinge a credere che l’attesa sia più importante di ogni strategia. Chissà. Fatto sta che se incontrassi una persona come me  troverei automatico chiedermi come mai sia sola a questa età: un brutto carattere? Delle stranezze imbarazzanti da nascondere? Il fatto di essere noiosa e insignificante? Se lo si pensasse di  me ne soffrirei molto eppure non credo che sarei davvero capace di spiegare che invece sono sola semplicemente perché mi piace e che non vorrei esserlo soltanto per una sola ed unica persona. Non credo nei tentativi, nella legge dei grandi numeri, negli incontri dove la gente va per vederne altra. Non mi piace, non ne ho voglia. Ma se mi incontrassi non penserei questo di me, lo ammetto.

Alla fine di questo mese rinnoverò il passaporto. Credo che non farò il vaccino prima di agosto e che cercherò di conservare più ferie possibili per riuscire a fare un viaggio lungo. E  lontano .  Anzi lontanissimo, in onore del primo timbro di questo vecchio documento con sopra la foto di una che ormai mi somiglia sempre meno. Ricordo l’India come se ci fossi andata ieri, così come tutti i luoghi raggiunti in questi anni pazzi e incoscienti. Ora dovrò fare una foto col taglio nuovo e troppo corto. Ma ho il viso un po’ più sottile e il corpo più tonico di allora. Del sorriso non saprei dire, ma mi pare di ricordare che non fosse troppo onesto neppure quello di  allora. Se smetto di pensare che intanto ci ho rimesso dieci anni penserei addirittura di essere più bellina oggi di allora. Forse quello di non piacersi abbastanza è come certi timbri che ti ritrovi stampati sul passaporto ma che fatichi a capire a che meta si riferissero. Poi ti viene in mente e pensi che certi viaggi siano meno memorabili di altri, ma fanno numero e alla fine sei soddisfatto pure di quelli.

Stavolta punterei tutto sugli occhi per una bella foto che mi porterò dietro per altri dieci anni. Dice che sono l’unica cosa di noi che rimane immutata per tutta la vita. Cosa mi importa di come stanno i capelli. Quelli crescono. Continuamente 

 

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