Sola andata

Sola andata

mercoledì 14 settembre 2022

Uscirne…rientrando

 Ci sono emozioni che vanno costruite a tavolino. Non ci sono altre maniere per sentirle con la compiutezza che hai previsualizzato. Chi mi conosce anche pochissimo sa che, purtroppo (?), sono piuttosto mattiniera e che tra le cinque e le sette compio una serie di operazioni di routine imprescindibili che spaziano da sessioni di allenamento alla composizione del pranzo da sistemare nel cestino per la pausa pranzo, dal disinfettare il tappetino e gli attrezzi al rifare il letto, lavare i piatti (guai se il lavandino non è sempre sgombro. Guai!) e il pavimento. E finalmente uscire, sperabilmente entro le 6:50 così sono certa di arrivare in ufficio entro le 7:30. Tutta questa fatica ha un nome preciso: la gioia del rientro. Per me l’apice della felicità quotidiana è aprire la porta di casa dopo una intera giornata trascorsa fuori e trovare tutto in ordine e pulito, con in frigo la cena già pronta (perché scongelata dalla sera prima), un film ad attendermi o qualche pagina di un libro, blob, il dibattito politico su la 7 e finalmente addormentarmi, in modalità svenimento, senza neppure rendermene conto.

Sono innamorata della mia routine perché è per me la sola fonte di sicurezza e benessere in grado di compensare la tremenda (ma inevitabile) fatica di dover essere costante senza indulgenze. So che è poco, per molti fin troppo noioso e piuttosto limitante e che in fondo deragliare da abitudini troppo consolidate può costituire fonte preziosa di sorprese e di modi alternativi di trovare il piacere e il senso della vitaE’ vero. Per me il pretesto per farlo di solito è un viaggio, tornare un po’ giù a casa o semplicemente approfittare di un imprevisto che mi imponga schemi  operativi differenti. Ma l’abitudine rimane sempre il mio faro e, di certo, anche il mio limite peggiore. A mia parziale discolpa dico che mi sono predisposta a questo inverno facendo in modo che non mancassero anche dei punti fissi “esterni”, quelli che amo scegliermi per consolarmi di una stagione che detesto e che reputo più triste e faticosa di quella non fredda e non buia che sta per concludersi, punti che mi aiutano a rinnovare lo sguardo o anche semplicemente ad ampliarlo. I miei sono questi:

Il palinsesto invernale delle mie radio predilette + i podcast + gli audiolibri: andare al lavoro a piedi per più di 40 minuti significa garantirsi più di un’ora di esercizio di silenzio e di ascolto, oltre che di respirazione e di circolazione che si attiva, mentre attraverso uno spazio fatto di panetterie che sfornano il primo pane, caffetterie già pronte ad accogliere i lavoratori delle prime luci, cani al guinzaglio di padroni che un po’ invidio e un po’ no. Che bello questo scenario sempre uguale eppure ogni volta nuovo che mi vede sempre con le cuffie e l’espressione sorridente per la simpatia dei conduttoriE’ stato così anche per il palinsesto estivo, ma c’è meno tempo per affezionarsi a programmi e conduttori. Sono pronta al disagio del freddo, alle piogge, ai vestiti pesanti, al buio di giornate corte ma allo stesso tempo infinite, alle mani gonfie…


L’abbonamento al cinema. Retrospettive incluse. Ho tutte le piattaforme a disposizione ma quello di vedere film in sala è di nuovo il mio imperativo categorico dopo due anni in cui ho creduto di poterne fare a meno: rimane tutta un’altra esperienza e chi dice il contrario fa torto alla sua intelligenza. Se necessario farò in modo di lasciarmi catturare anche dalle mostre a Palazzo Reale e dalle bravissime guide di MilanoGuida. Tutto pur di meritarmi il rientro a casa anche quando ho più tempo libero e potrei rischiare di non voler uscire


Gli amatissimi corsi di cinema. Ne ho presi tanti pure in questa sessione. Non è una cosa per ricchi farloE’ per chi è appassionato e preferisce privarsi di un paio di cene al ristorante pur di non perdere l’occasione di andare oltre uno sguardo passivo o basico di un film. Ieri è morto Godard e se non avessi seguito un corso capace di accompagnarmi nella comprensione di un regista così ostico, non avrei mai davvero compreso nulla di lui né mi sarei prodotta nello sforzo di scrivere qualcosa su uno dei film che più mi hanno turbato nella vita come il suo “Week end. Una donna e un uomo da sabato a domenica”. Il solo pensiero di riprendere mi fa sembrare mite pure il più rigido inverno. Sarà questo il mio rientro in casa prediletto.


Ho liberato casa di ogni cosa ritenessi superflua o ingombrante. Non ho più neppure il tavolo con le sedie. Ne ho uno a ribalta che mi stufo pure di aprire e così mangio sempre su uno sgabello e con il vassoio sulle ginocchia. E’ divertente e ora vedere la stanza così libera e facile da pulire è una sensazione magnifica 


E’ da un mese che faccio solo docce fredde. Per due ragioni: fa ancora un caldo bestiale e ho così paura delle minacce di austerity che vorrei abituarmi a farle anche per tutto l’inverno. Per ora è ancora facilissimo ed esco di casa più tonica che mai. Come obiettivo mi pare ardito ma in fondo fattibile. Vedremo 


Mi sto abituando all’idea che avremo un governo di destra, ma ho anche la ragionevole certezza che non durerà quasi niente e che l’alternativa (qualunque essa sarà) mi piacerà di più. Esco di casa con questo pensiero e rientro con la stessa identica speranza. Mi pare molto consolatorio 


Io sono pronta. Inverno non ti temo. Falso. Falsissimo. Ho una paura matta di ogni cosa. Ma almeno ho fatto i compiti. E la casa è tutta in ordine

1 commento:

  1. Corsi di cinema??? Racconta racconta...
    Flo - passavo di qui per caso e ho leggiucchiato qua e là...

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