Sola andata

Sola andata

lunedì 20 marzo 2023

Di belle e di stagioni

E così è finito l’inverno e con lui tutte le previsioni non realizzate di un Paese che sarebbe rimasto schiacciato dalla morsa del gelo perché privo di riscaldamento. Non è successo niente, solo paure collettive indotte senza un fondamento reale.


Di bello c’è che anche quest’anno non mi sono ammalata di nulla e ho sempre portato a termine le mie to-do-list senza troppe pretese ma sufficienti a farmi sentire orgogliosa dello sforzo quotidiano che faccio per andare avanti senza disturbare nessuno. Dopo tanto tempo mi sono resa conto che ogni cosa che faccio alla fine ha il solo, banalissimo, scopo di piacere un po’ di più a me stessa ogni singolo giorno. Non tra un anno, non tra dieci. Ogni giorno. Credo sia importante. Però qualche volta mi piace guardare anche un po’ più lontano e così provo a chiedermi come vorrei essere definitivamente per piacermi davvero. E parto proprio dall’ aspetto. Il mio ideale estetico è rappresentato, da sempre, dalla Bellucci e dalla Kidman. Qualsiasi altro tipo di bellezza per me è soltanto una pallida declinazione di quello che io ritengo imparagonabile e situato su un piano inarrivabile da qualsiasi altra donna pur molto bella. Risolta questa questione ammetto che qualche volta mi diverte molto osservare donne che qualcuno definirebbe “civettuole”, che un po’ invidio, perché credo che il loro sia un talento vero e proprio, non si può imparare, molto efficace sulle prede individuate dalle stesse con formidabile intuito. Sono facilmente riconoscibili perché naturalmente predisposte alla seduzione anche con semplici stratagemmi: i capelli sapientemente accomodati ad un solo lato del collo, sorrisini languidiscarpe adatte a valorizzare persino uno stacco di gamba modesto…abilissime nel dosare il loro gioco con sapiente equilibrio tra mistero e promesse. Mi divertono, di solito l’obiettivo è il matrimonio e non fanno mai troppa fatica per arrivarci. Il mio sguardo ammirato non arriva mai all’intento emulativo: dopo pochissimo smettono di affascinarmi e di solito invecchiano male.


Qualche volta invece faccio una cosa diversa: provo a chiedermi che donna vorrei essere io per “corteggiarmi”, o meglio, quale donna mi interessa davvero imitare. E subito penso a qualcuna che ami scrivere e che riesce a farlo con puntuta ironia, che osserva la realtà con incazzato pessimismo ma non si tira indietro nella lotta per migliorare le cose. Mi piacerebbe che avesse un tatuaggio almeno, che amasse (quasi) tutto il cinema, Calvino, i fumetti e il cibo. Mi piacerebbe che fosse sportiva e ispirata da un’idea di società in cui la famiglia non fosse l’unica cellula ipotizzabile . E poi vorrei che avesse un sedere sodo e delle gambe muscolose abbastanza da portare con arrogante disinvoltura jeans a zampa e a vita bassa.


Ecco mi affascina un tipo di donna così: io ci sto dentro solo in molto piccola parte parte e un po’ mi dispiace, ma alla fine bisogna pur fare i conti con quello che siamo davvero anche mentre proviamo quotidianamente a diventare quello che vorremmo. Credo che tutto dipenda dall’intervista della Pascale di qualche giorno fa. Mi ha così colpito che sono giorni che ragiono sul vero significato dell’essere donna in questo tempo qua. Forse la bellezza in fondo per me conta molto più di quanto io stessa sia disposta ad ammettere. E per bellezza intendo proprio quella esteriore, la maniera in cui decidi di occupare il tuo spazio e proporre la tua immagine agli altri. Per me forse conta molto più di quanto vogliano convincerci con la bufala della body positivity, una stupidaggine per tante ragioni, visto che i canoni estetici esistono fin dall’antica Grecia, e che fingere di piacersi vuol dire accontentarsi e non aspirare a migliorare, perché è un incitamento al gioco al ribasso e alla fuga dal giudizio, cose per niente sane in nessuna fase della vitaPerché la bellezza esiste proprio come esiste l’intelligenza: doti non a tutti concesse e per questo le riconosciamo e apprezziamo come tali. Non è un dramma non possederle…ma è meglio averle o provare ad arrivarci in qualche modo, potenziarle.


E’ passato l’inverno. E questo mi rende felice. Io, ovviamente,non assomiglio neppure vagamente alla Bellucci o alla Kidman. E questo mi dispiace quel tanto che basta per continuare a truccarmi, fare un po’ di sport e tingermi i capelli. Forse non sono diventata neppure una idea vaga della donna che “corteggerei”. Per fortuna continuo ancora piuttosto volentieri a “frequentarmi”

Nessun commento:

Posta un commento