Sola andata

Sola andata

lunedì 21 agosto 2017

Ogni partenza intelligente lo è a modo suo

Non saprei quanto sia astuta come mossa. So però che mi ci trovo sempre bene, mi pare una scelta strategica alla fine ottimale. Ho quasi intatte tutte le mie ferie di quest'anno. Di solito decido di conservare 15 giorni con l'utopistica intenzione di aggiungerli a tutte le ferie dell'anno successivo e provare ad andare lontano per un paio di mesi pieni durante il rigido inverno milanese. In realtà non l'ho mai fatto: ferie molto lunghe richiedono un impegno logistico/organizzativo notevole, un'idea chiara di cosa fare e dove andare per tutto quel tempo, allontanarsi non solo dal lavoro ma pure dagli allenamenti, dai corsi che mi piacciono, dalle mie coordinate fisse grazie alle quali ormai mi oriento con passo sicuro, dalle persone di cui sentirei inevitabilmente la mancanza...
Eppure lo faccio sempre. Forse perché non mi pesa l'estate a Milano e invece trovo che l'inverno sia veramente duro: già mi vedo con le mie solite mani gonfie, che immancabilmente si riempiono di ferite e di cerotti, i cappotti e le sciarpe e gli allenamenti al gelo, uscire di casa che è ancora buio e rientrare con la stessa oscurità. Non ho desiderato l'inverno neppure in quei due giorni di caldo assassino di qualche settimana fa.

Alla fine credo che farò come gli ultimi due anni: prenderò due giorni a settimana di ferie per un paio di mesi e mi starà bene così. Di solito prenoto un massaggio o sperimento nuove ricette, vado a cinema a ora di pranzo, passeggio per la città negli orari in cui è più frenetica e provo a cogliere ritmi che in fondo non sono mai come quelli miei. Eppure non è passato molto tempo da quando tentavo in tutti i modi di reinterpretare il mio lavoro provando a trovare in esso qualche motivo di crescita, non di livello e neppure economica,  ma di tipologia di attività da svolgere e in cui provare a sentirmi nei miei panni. Per quattro anni di seguito ho partecipato a bandi per andare all'estero per un anno per collaborare a progetti di ricerca volti all'armonizzazione delle procedure fiscali in ambito europeo. Ho coinvolto professori che non vedevo da anni perché mi scrivessero delle buone referenze in inglese, scritto lettere motivazionali, scelto città sfigatissime dell'entroterra tedesco pur di accrescere la probabilità di riuscire ad occupare uno dei posti disponibili. Nulla da fare, nessuno si è mai preso la briga di prendere in considerazione nessuna delle mie candidature. È da allora che credo di aver compreso davvero certe dinamiche del lavoro pubblico. Non è colpa di nessuno. È un sistema fatto così, appiattito, farraginoso, miope...amen

Forse le ferie mi servono a ritardare la stagionalità, a provare a "promuovermi" altrove e a ricordarmi che non dovrei sentirmi una privilegiata soltanto perché riesco ad arrivare a fine mese, perché lo spettro delle umiliazioni è talmente vasto e prodigo di offerte che davvero nessuno può dirsene davvero escluso.
Intanto agosto è ormai quasi finito, io ho scoperto che mischiare in pari quantità yogurt greco magro bianco e yogurt intero alla vaniglia forma una specie di dessert leggero ma sublime che mi evita i gelati che mi sto proibendo, l'ufficio è stato un posto gradevole in cui stare con l'aria condizionata regolata secondo il mio piacere e in questo momento ho una gran paura di Novembre. Sì a Novembre un viaggio lungo abbastanza nel tempo e nella distanza mi pare quasi una necessità ora che ci penso. E così stasera, che non fa troppo caldo, in cui nessuna malinconia da fine estate si insinua nel bagaglio di ricordi di una stagione che sta passando, penso che andare via quando la nostra stagione interiore lo richiede non è più una scelta ma un atto dovuto. Pure quando ormai arrivi a credere che nel posto in cui ti trovi ci sia proprio tutto quello di cui senti di aver bisogno. In realtà non è mai davvero così.

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