Sola andata

Sola andata

giovedì 22 novembre 2018

Imparare a perdere una lezione. Così imparo...

In fondo è una fortuna anche questa. Ti prendi un giorno di ferie perché devi fare una cosa bella di mattina e quando finisci e sei sul tram per tornartene a casa ti si gonfiano gli occhi, ti fanno male tutte quante le ossa che hai, la testa ti esplode e tu, almeno per il momento, non puoi permetterti niente di tutto questo. Credo che si sia reso conto delle mie condizioni soltanto un ragazzo in metro che, vedemdomi in difficoltà a tenere gli occhi aperti, mi ha ceduto il suo posto. Gli uomini gentili esistono ancora e vale la pena ammalarsi anche solo per avere ancora questa prova.

Sono rientrata in casa, mi sono guardata allo specchio: sono pesta. Ho preso delle cose per l’influenza, mangiato i pizzicherei che avevo tolto dal freezer stamattina, ho sistemato tutto, mi sono tolta il trucco, messo i piedi per cinque minuti nell’acqua calda e mi sono messa al letto. Ho fatto tutto quello che dovevo eppure garantisco di avere dolori ovunque. Stasera avrei una lezione sul cinema nella parte opposta della città e sono sicura che troverò la forza di andarci anche se sarò ancora in queste condizioni. In questo momento sono su un lettone/soppalco, assieme ad un mal di testa ancora feroce, come sa esserlo solo quello che mi prende quando sono angosciata da qualcosa che non so risolvere o quando ho battuto molto forte su qualche parete dura, e penso che certe volte sia proprio un lusso stare male se non hai nessuno che ti fa le cose o almeno te le semplifica. E poi c'è la questione “motivazione”: ci sono esperienze che non voglio proprio perdermi, come la lezione di stasera, e poi ce ne sono altre che faccio solo perché riesco a sopportarle bene, ma non anche a goderle e purtroppo mica sempre riesco ad esercitare il sacrossnto diritto di ribellarmi a questo inutile abbattimento della qualità del mio benessere. E questa è una faccenda per nulla banale per me perché credo mi fornisca la misura di quanto sia frutto di una mia scelta profonda e quanto una mera prova di forza e di sopportazione.

Ho scoperto per puro caso una cosa che mi ha lasciato molto stupita perché non ho capito le ragioni per cui dover dire una cosa non vera senza che ve ne sia neppure una sola valida ragione. A volte basta cosi poco per modificare totalmente la percezione di cose, persone, situazioni che cambia in un nano secondo il tuo sguardo su quelle. E forse su tutto il resto. sono sicura che certe cause di malessere trovino la fonte dei propri sintomi pure nella delusione non mitigata da valide spiegazioni. Ma non mi illudo che le mie pilloline possano occuparsi anche di questo.

Domani dovrei seguire l’ultima lezione in un posto così lontano da casa mia che ogni volta rientro così tardi la sera sono un vero straccio e adesso sto qui a chiedermi quanta “motivazione” devo aver avuto per decidere di fare una cosa  simile ad un orario per me così balordo e cambiando ben quattro mezzo di trasporto diversi. Mi mortifica anche soltanto il pensiero.
Oggi, con questo mal di testa, gli occhi gonfi e distanze difficili da coprire penso che perdersi qualche lezione sia in fondo un lusso che posso cominciare a prendermi persino io. Finalmente


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