Sola andata

Sola andata

sabato 17 novembre 2018

Qualche ottima ragione per darmi torto

“No, non ci vado. Ora finisco questa cosa, metto a posto un po’ di scartoffie e poi me ne torno direttamente a casa che c’ho un’emicrania così forte che mi si è apppannata la vista. No...è inutile, ho deciso, non ho nessuna intenzione di andare in centro in queste condizioni. E poi fa freddo, devo comprare il latte e poi sai che caos in metro a quest’ora...”. Faccio sempre così quando sono molto stanca ma muoio dalla voglia di fare qualcosa che avevo in programma: elenco tutte le ottime ragioni per cui non avrei colpa nel tirarmi indietro, che in fondo non è l’unica esperienza che mi sto per perdere e che se è vero che si cresce solo uscendo dalla propria comfort zone è, giocoforza, altrettanto vero doverci pur entrare ogni tanto...

Ieri, poco prima di uscire dall’ufficio, facevo di simili congetture perché ero malandata ma pure desiderosa di fare una passeggiata in centro e andare a sentire un po’ di storie di autori di libri nell’ambito di “Bookcity”. Per fortuna ho scelto di non assecondare le scuse e io, il mio mal di testa, un orribile spezzafame a base di riso soffiato, il cellulare scarichissimo, ci siamo avviati verso il centro mentre faceva la stessa strada una serata (finalmente) invernale. Quando ho attraversato la piazza mi sono resa conto che è passato un sacco di tempo dall’ultima volta che l’ho percorsa di sera, abbastanza da non essere più abituata al suo fascino, alla magnificenza delle luci della galleria, ad una pace non riscontrabile nelle ore diurne. Mi ero disabituata a certa magia, c’era un’armonia in quel flusso non caotico di passanti assieme alla gente seduta ai tavolini esterni dei locali e io, che avevo sotto gli occhi tutto quanto come se fossi un’invitata arrivata un po’ in ritardo, mi sono resa conto solo in quel momento che nessuna delle ottime scuse che avevo trovato per non essere lì era davvero valida.

Ho tirato un sospiro di sollievo, sono stata ancora un paio di minuti ad osservare quel posto così giusto così e sono entrata alla Feltrinelli della galleria, dove avrei sentito parlare di storie fantastiche, di come nasce un fumetto matto e degli effetti moltiplicativi della creatività e dell’immaginazione. E poi ho respirato forte di nuovo, ho preso la metro e ho trovato posto a sedere. Sono rientrata in una casa in ordine, calda e silenziosa. Solo in quel momento mi è tornato il mal di testa. O forse avevo solo scordato di averlo. Ho guardato in frigo. Non era vero che è finito il latte. Ho acceso la tv, mi sono agganciata al termosifone, ho preso qualcosa per il mal di testa e mi sono rilassata così tanto che ho trovato le energie solo per raggiungere il letto e per pensare che sono proprio brava a trovare ottime ragioni per non fare le cose che mi interessano. E poi che quasi sempre la mia scelta giusta sta nel non assecondarle neppure tanto così 

2 commenti:

  1. Devo imparare da te, allora.
    Sono ancora nella fase dove le "ottime" ragioni per non fare qualcosa hanno la meglio :-)

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