Sola andata

Sola andata

venerdì 14 febbraio 2020

E niente di più

Credo che non mi sia mai successo. Forse solo un’altra volta, una quindicina di anni fa, quando facevo un lavoro così estenuante che ad un certo punto ero così bollita che il giorno dopo non riuscii a svegliarmi in tempo. Mi sono svegliata tardi e non sono andata al lavoro. Ne ho approfittato per chiudere la valigia, pulire casa, fare il bucato, cambiare le lenzuola, pensare che è San Valentino.
Ieri sera sono andata a dormire molto tardi. Mi capita sempre più spesso ultimamente. Ho scoperto che la tarda serata mi affascina proprio come la mia amatissima alba delle cinque. A pensarci bene potrebbe essere un bel guaio. Ma vabbè. Domani vado in Islanda. Non ne ho nessuna voglia. Non ho mai voglia di partire eppure continuo a cascarci ogni volta che mi viene curiosità di un luogo, per dovermi poi sempre ricredere, perché l’esperienza si rivela meno faticosa di come credevo, meno accidentata e più divertente di ogni aspettativa da basso profilo che mi ostino ad assumere per la mia costante paura delle delusioni. E quindi spero di essere smentita anche stavolta.

Oggi è San Valentino e la cosa ormai non mi riguarda da un sacco di tempo. Penso all’amore in ogni singolo istante della mia vita eppure ogni sua prova di esistenza effettiva finisce per risultarmi estranea e mai desiderabile. Perché? Uscirò mai da questo perenne corto circuito? 
Certe volte vorrei aver voglia di cimentarmi in uno di quegli appuntamenti al buio raccattati sui siti ad hoc, o uscire messa giù da gara coi tacchi e un rossetto da richiamo col solo scopo di irretire qualcuno, oppure assecondare la solita amica che vuole presentarmi qualcuno che vede proprio bene per me...è che mi pare tutto terribilmente assurdo, improponibile, insensato. Non sono una sociopatica, conosco un sacco di persone belle, piacevoli e interessanti, sono più o meno sfiziosa, a detta altrui ancora bellina...mi basta l’umanità con cui ho a che fare e non mi piace che debba esserci l’applicazione di un metodo per facilitare un incontro affettivo.
Il guaio è che non mi riesce più di innamorarmi. Ormai credo che il problema sia tutto soltanto mio. Quando è successo è stato per persone assurde e con cui oggi non avrei voglia neppure di prendere un caffè. Oppure già impegnate, ma solo perché non lo sapevo. Gli uomini impegnati, da mio regolamento interiore, non esistono come mete amorose e spesso mi è sembrato un enorme peccato...ma non esiste proprio lo stesso . E così  alla fine faccio in modo che resti poco, che l’attesa sia un valido espediente per farmi trovare pronta per chi da qualche parte sta esistendo solo per me ma neppure lui sa come trovarmi. E poi non so più come si fa: io non lo so più come si vive l’impegno fatto di tentativi per capire come si sta con l’altro. Per me non è questa la strada.

Una volta un prof. che ho molto adorato mi disse che avevo un ottimo intuito e che avrei dovuto ascoltarlo sempre perché la mia parte irrazionale gli pareva che funzionasse molto meglio di quella che pondera. Ecco, io vorrei semplicemente intuire che la mia attesa si sia finalmente conclusa.
Ormai ho superato tutti quelli che chiamo “ostacoli distorsivi”, quelli che ti fanno pensare che sia amore e invece era solo: attrazione, necessità riproduttiva, una vita sessuale regolare, interessi economici, paura della solitudine, progetti condivisi. Tutto questo per me non ha più alcun ruolo nella mia idea d’amore, che è solo sentimento profondo e assoluto, affinità intellettuale, concentrazione reciproca. E niente di più.
Ho 43 anni e mezzo e (ovviamente) non mi è mai capitato di trovare un amore simile. Forse non accadrà mai, ma sono assolutamente sicura che esista.

Domani partirò per un luogo dominato solo dalla natura non contaminata. Non contaminata proprio come quell’amore che non riesco a trovare in nessun posto. E che il mio maledetto intuito si ostina a riconoscere come l’unico possibile. E niente di più 

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