Sola andata

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domenica 23 febbraio 2020

Ridurre la socialità

Il mio viaggio si è quasi concluso. In questo momento sono all’aeroporto di Copenhagen. Tra un’ora partiremo per Milano. È andato tutto bene. Ad oggi l’Islanda è il posto più bello che abbia avuto la fortuna di vedere. È durato il giusto per tante ragioni, non ultima quella di un’indole solitaria e un po’ smarrita dopo un tempo prolungato trascorso con persone molto diverse da me, per quanto piacevoli, divertenti, corrette ed educate. Credo che il punto sia questo: partire dall’assunto che la socialità sia per me sempre qualcosa di estremamente complesso da gestire o quantomeno che, da un certo punto in poi, non mi riesce di vivere con la dovuta leggerezza. Perché capita che accadano cose del genere.
Napoletano trasferitosi per scelta in Umbria:
- io i toscani li odio...mica ci sono toscani qui vero? Ah meno male va..
Qualche sorriso di circostanza, poi, Sonia giustamente in separata sede mi dice che essendo lei mezza Toscana non ha affatto gradito la battuta e che se proprio deve dirla tutta potrebbe sfilare l’intera corona di stereotipi contro i napoletani e non finirla più. Io le dico che forse parlava in generale e non è il caso di offendersi, che in fondo la lega è nata al nord e che noi napoletani ci sentiamo offesi in modo gratuito da tutta la vita....
Coppia di veneti di mezza età, dichiaratamente leghista e piuttosto razzista (ma da un veneto me lo aspetto in quanto dato statistico abbastanza dominante). Per il resto molto simpatici e carini. Viaggiano spesso in camper e, rivolgendosi al napoletano che li aveva invitati ad andare a Napoli in camper
- si, ma poi son sicuro di tornar sù col camper?
Io zitta. Ma pure lui...
Ieri a cena. Il napoletano. Di nuovo
- io odio i tedeschi
A quel punto gli ho detto scherzando
- ma perché ragioni sempre per intere categorie a cui destinare il tuo odio? Così poi quando loro lo fanno con noi non possiamo controbattere per lo stesso principio con cui lo fai tu
E lui. Molto serio e senza la sua solita baldanza
- Non sono assolutamente d’accordo con te. Ma proprio per niente
Non mi ha spiegato il perché. Io non ho più detto nulla e l’ho soltanto salutato prima di partire.

È stato un bel viaggio, le guide erano perfette, nessuno è stato scorretto, abbiamo rispettato tabelle di marcia, spazi, esigenze reciproche. Sono stati giorni magici che faticherò a scordare e sto per tornare in una Milano che sta gestendo il caos da corona virus con un accorato invito a “ridurre la socialità” per motivi di “salute pubblica”. Ma io lo so che i “miei” motivi a rispettare questo saggio consiglio sono, come sempre, ben altri.


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