Sola andata

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mercoledì 5 ottobre 2016

A guardar mostri (più o meno sacri)

In fondo chi la stabilisce l'esatta misura dei legami? Cosa è davvero mostruoso e cosa invece semplicemente "altro"? E poi, quanto una terra può condizionare tutto il vissuto di chi ci è nato con l'intenzione di restarci  e l'impossibilità di decidere davvero cosa essere o come realizzare un desiderio?
 Questo è piu o meno ciò che mi sono chiesta quando ho visto "Indivisibili", film originalissimo e "pasoliniano" , come dice Nicola, che prende a pretesto il vincolo di unione obbligato di due gemelle siamesi per raccontare il loro percorso di liberazione da una famiglia disfunzionale, da una terra morente e martoriata e dominata da un prete naïf che fa sermoni agli immigrati con processioni più simili a riti pagani che allo spirito cristiano.
A fare da corollario una passerella inquietante e grottesca di mostri umani che popolano quartieri sordidi e fatiscenti, nei quali le belle gemelle si esibiscono come fenomeni da baraccone per arricchire  cerimonie iconiche ammantate di sacralità.
Il loro bisogno di separarsi nascerà più dalla profonda esigenza di affrancamento da quel mondo che le fagocita piuttosto che da quel pezzo di carne che le tiene unite. Le due sorelle si amano, sono indispensabili l'una all'altra ed è proprio per preservare la profondità di questo legame simbiotico che sentono che è il momento di combattere facendosi in due. Bella prova, interessantissima intuizione, scritto bene e raccontato meglio.

Cosa stabilisce davvero un legame profondo? E quanto conta davvero condividere ogni cosa perché si rafforzi o se invece è tutt'altro che cementifica il pensiero e il bisogno di sapere l'altro felice? 

Ma che ne so...ti pare che se lo sapessi me ne starei qui, a cercare di capire che cosa sto vedendo su Rai due, mentre parla Briatore, mentre preparo la schiscetta per domani e mi rammarico della lampadina che illumina la cucina perché ho preso quella a luce bianca e non gialla e mi pare di stare nella sala di un ospedale. Io sono solita condividere poco e raramente il mio tempo più significativo con altri, credo di non avere mai avuto una esatta percezione dei legami perché mi spaventano, mi annoiano o semplicemente non li conosco perché non mi sono mai davvero capitati. Che io sappia spesso nascono da un bisogno disperato, qualche volta perché si ha la fortuna che si sa esattamente ciò che si vuole. Quelli che invidio di più sono i legami con gli animali perché sono gli unici in cui non avverto il fantasma della crisi. 
E poi ci sono quelli che osservano tutto questo e ancora provano a capire cosa si stanno perdendo o quanto dolore si stanno risparmiando. E alla fine ci sono io, sì persino io, che qualche volta so di cosa sto parlando e altre invece mi pare di non averci ancora capito assolutamente niente.
Uh...ma con Briatore ci sta Santoro...a proposito di riti pagani e mostri sacri contemporanei...

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