Sola andata

Sola andata

mercoledì 12 ottobre 2016

Quando cominciai da me e arrivai "A te" (storie di blog che chiudono tra un Linus e unJovanotti)

Se lo ha fatto anche lui, allora forse si è davvero definitivamente conclusa una fase. Pure Linus ha chiuso il suo seguitissimo blog. In realtà la gloriosa era degli scrittori di massa che si scoprivano scrigni di sapienza e verità ad alto click si è miseramente piegata alla più comoda immediatezza di Facebook o,meglio ancora di Twitter. E del resto perché lambiccarsi in faticosi costrutti sintattici e articolate argomentazioni, quando le verità assolute di cui ci sentiamo depositari si possono esprimere con la perentoria secchezza di qualche frase a effetto. Si chiama potere di sintesi...o povertà di pensiero. Dipende.

La questione è controversa perché in realtà quando i blog sono nati hanno prodotto una tale varietà e quantità di tipologie di "scrittori" che alcuni ci hanno meritatamente costruito un mestiere. Quindi io, che pure non ho mai avuto nessuna velleità coi miei blog,  se non quella di risparmiare i soldi dell'analista e confrontarmi con le affinità o contrasti di un ipotetico resto del mondo che sarebbe passato a sbirciare, ho sempre pensato tutto il bene possibile di questo strano modulo espressivo. Mi sono divertita ad assistere ai cambiamenti di forme e contenuti. Io addirittura tenevo la colonna sonora di benvenuto (era l'unica canzone di Jovanotti che mi sia mai piaciuta "a te"), poi una serie di link utili a corredo di un mood che si tentava di rendere quanto più originale e personalizzato. Era un impegno davvero notevole tenere un blog con continuità e contenuti.

E niente. Il blog è morto. Viva il blog! Io voglio resistere un altro poco. Per tanti motivi. I miei lettori che continuano ad aumentare e io vorrei tanto sapere il perché. Il mio perverso piacere a raccontare i fatti miei, pure se in realtà si risolvono in malinconiche riflessioni sul mio controverso rapporto con la solitudine o con gli incontri di cui fraintendo gli scopi. La scoperta tutta personale che le uniche volte in cui mi accorgo di capire quello che penso è provando a scriverlo...altrimenti non so davvero cosa diavolo mi passi per la testa e come tutta questa confusione si traduca in azioni ancora più incomprensibili. Immaginare scenari possibili: è una capacità che mi viene concessa solo dallo scrivere. Parto da un episodio qualunque della mia banalità quotidiana e me lo ridipingo secondo schemi traducibili solo dentro una frase scritta, dove l'utopia cerca punti di incontro con le ipotesi razionali.

Solo così capisco le cose. È così che ho capito che l'incertezza di un sentimento non è mai ravvedibile. Me ne sono resa conto raccontando di volta in volta episodi, parole e atteggiamenti che piano piano mi aiutavano a vedere che quadro fosse. Un mare, tanti pesci...e io che non ho raggiunto nessun amo. Non amò mai.
E sempre scrivendo ho capito come si elaborano i dolori e le delusioni, come ci si apre agli altri senza  necessariamente diffidare di tutti, quanto è bella Milano, quanto è divertente lo sport assieme agli altri...non è vero che la vita sia poi tanto monotona. Nel suo apparente fluire disinteressato fa succedere un sacco di cose nuove che non vediamo bene soltanto perché nel frattempo le stiamo vivendo.

È solo scrivendo che fermo tutti gli aspetti più interessanti della mia vita, altrimenti me ne dimentico
o, peggio ancora, non ci faccio caso.
Ho sempre avuto un diario segreto per raccontarmi le cose. Lo facevo per assecondare il bisogno di sfogarmi, di urlare senza passare per una paranoica senza controllo, di ricordarmi di pensarci meglio in un altro tempo e con un'altra testa. Poi ad un certo punto ti chiedi se possa stare qualcun'altro come te. Prima dei blog mica era facile saperlo. Poi loro sono nati e a quel punto, pure se la Einaudi non si accorgerà mai di te, la magia dei meccanismi di identificazione e di condivisione ecco che l'hai creata pure tu. Proprio come gli scrittori seri.

Non ho mai letto il blog di Linus, ma ne ho letti tanti altri e lo spirito era più o meno questo. A me pare ancora un esercizio valido. Quando raggiungerò le certezze di Linus o altre maniere per fissare le tappe della mia vita, saluterò tutti anche io. Ma sarà stato un vero piacere aver costruito questo piccolo ponte tra me e voi,che solo in parte so chi siate, che di sicuro mi capite ma che qualche volta vi chiedete...ma forse per questa, qualche buona cura...chissà.

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