Sola andata

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domenica 4 febbraio 2018

Dramma della gelosia. Che esagerazione...commedia ☺️

Ci sono luoghi comuni che mi irritano più di altri. Non perché li trovi falsi a prescindere o voglia ergermi a paladina di un pensiero ostinato e contrario. Il fatto è che su certi stereotipi poi si costruiscono convinzioni, condotte, pregiudizi e intere categorie intellettuali che rendono distorte alcune delicate dinamiche umane.
Io la storia della competizione tra donne proprio non la reggo. Non so sulla base di quale accreditata letteratura, dati statistici, fenomeni rappresentativi...si sia consolidato questo assunto e di certo non tocca a me smentirlo o confermarlo. Il fatto è che quando provo a riflettere sulla questione mi indispettisco e sento che per fortuna la mia esperienza è stata (anche) tutt’altro. Conosco donne molto belle, intelligenti e simpaticissime che non ho nessuna voglia di perdere di vista per le citate caratteristiche e con le quali non mi sognerei neppure lontanamente di istaurare una qualsiasi competizione. Perché dovrei? Agli uomini piace pensare che certe guerre tra donne nascano per accaparrarsi il maschio, come certe cagnette a cui si ruba l’osso...può essere ma io da questo sono salva perché la mia convinzione riguardo agli incontri del destino non contempla questo tipo di selezione naturale. Se un uomo si sente costretto a scegliere tra me e un’altra, può lasciarmi all’angolo senza problema. il dubbio in questo caso per me è già la risposta inequivocabile che nulla di nulla sarebbe stato.
Ci tenevo molto a dire questa cosa. Perché il logos femminile, qualche volta, è meno comune di quanto la semplificazione desideri.

Oggi ho visto il film di Virzi. Se ne è giustamente ben detto e io, stavolta, mi associo al sentimento comune. A me è piaciuto soprattutto per due ragioni.  La prima è che i due protagonisti fanno un viaggio che ho in parte compiuto anche io verso quella stessa meta ed è stato bellissimo rivedere quella lunga e meravigliosa strada sul mare che porta a key west. Mi è sembrato di tornarci con loro. La seconda ragione è quella che mi sta più a cuore. E riguarda ciò che ahimè si ritiene essere uno dei principali indicatori, nonché alimentatori, dell’amore: la gelosia. Per i due protagonisti si arriva a stressare il concetto fino alla gelosia retroattiva, mancando le oggettive condizioni per degli episodi reali in corso d’opera. Ecco, tutte le volte che desidero scardinare certi luoghi comuni, mi auguro sempre di avere abbastanza argomenti per poter rinnegare questo connubio infame amore/gelosia.
Ma non ci sono riuscita. Se ho amato sono stata gelosa. Quando ho smesso di amare ho smesso di essere gelosa. Vero. Tutto vero ed è per questo che benedico la vita da non innamorata che mi permette di assistere asettica ma pure divertita al frenetico gigioneggiare maschile tra le molteplici ipotesi di conquista. Qualche volta mi chiedo se in fondo non sia giusto anche così, piuttosto che concentrarsi nell’attesa ponderata e paziente di un incontro che io sono convinta non vada assolutamente cercato ma semplicemente intercettato.

Ma che ne so e poi in fondo in questo momento che me ne importa. Però i due anziani protagonisti del film di Virzi erano proprio teneri. Forse perché reciprocamente gelosi, perché generosi, simpatici e intelligenti. La gelosia ha aggiunto valore a un sentimento profondo basato sul rispetto. Le mie no, le mie gelosie erano dovute a mancanze. E le mancanze sottraggono. Per definizione.
Una volta un amico, fidanzato da tanti anni con la stessa persona mi ha detto “...ma sai, io non mi guardo intorno perché quando mi piace una...me ne piace una. Non faccio nessuna fatica ad esserle fedele. Non c’è nessun merito. È una cosa del tutto normale”. Da allora per me è questa la risposta esatta per definizione.
Che poi io volevo solo dire che i luoghi comuni sono semplici ma discutibili e che le definizioni sono spesso belle ma di faticosa applicazione, così tanto che qualche volta si preferisce sfuggirle con un “on the road”, lungo, tortuoso, pieno di intoppi e incidenti di percorso. E poi ci sono io, che adoro quasi sempre osservare tutto questo, piuttosto che viverlo direttamente. Gelosa solo della mia tranquillità


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