Sola andata

Sola andata

martedì 27 febbraio 2018

“...Falle come fosse un favore”...sparisci prima del voto di protesta

Alla fine credo di aver preso una decisione che non sia il frutto marcio di rassegnazione, rifiuto e apatia. In fondo ho sempre votato e immancabilmente provato un’emozione infantile nell’esercizio, per quanto illusorio, di una scelta. Ora che ci penso è proprio così: il gesto del votare ha in sé ancora un valore simbolico potentissimo per me. Mi armo di prima mattina con la mia tessera elettorale, il documento, matitina, scheda/schede, segreto dell’urna, brividino, croce su potere al popolo. Arrivederci e che il 3% sia con noi. Questione voto per me chiusa.

Da ieri ho una leggera febbre e una tosse che minaccia progressi. Non sono propriamente debole, mi sento solo un po’ intontita, per un paio di volte ho avuto una specie di leggera vertigine ma ho trovato la cosa persino piacevole. Forse è per questo che in una parentesi di conversazione tra femmine mi sono divertita all’ennesimo racconto di maschio che crede ancora di rendersi amabile se prende una donna, la tratta male e lascia che lo aspetti per ore...mi sono ricordata di come almeno uno di questi campioni delle strategie di nonno Peppe sia capitato a tutte noi che poi ad un certo punto rinsaviamo, li accantoniamo nell’indifferenziato e passiamo il resto della vita a cercare di ricordarci per quale diavolo di motivo li abbiamo considerati esseri tridimensionali visibili a occhio nudo. A me succede spesso di avere voglia di chiedere a qualcuno di quelli in cui sono incappata e per il quale ho dato voce ad emozioni senza meriti. Gli direi così: ”senti scusa, mi aiuti a ricordare perché mi piacessi tanto...perché io proprio me ne sono completamente scordata?”. In realtà poi ritorno in me, perché se sono stata capace di dare un potere simile ad omini così poco gentili, piuttosto che scappare via al terzo secondo utile, allora è stata un po’ colpa mia. Alla fine dei miei pettegolezzi con le compagnelle che mi fanno sempre ridere mi sono detta, beati gli uomini che sanno ancora corteggiare l’unica donna che scelgono e per cui hanno affetto, interesse, stima...e beate le donne disposte a riconoscere queste meravigliose risorse scarse. Vi stimo molto e giuro che non voglio neppure più sapere come siete riusciti ad incontrarvi. Questione per me chiusa.

Ho preso un’altra tachipirina, ma non credo fosse necessaria. Ho avuto una giornata divertente, preso delle decisioni che mi riguardano e ricordato fatti e persone che non mi riguardano più. Direi un’epica individuale non proprio avvincente. Eppure non mi pare di ricordare di essere stata così tanto meglio di così...Era solo tachipirina, giuro. La vera cura credo che stia invece nella prescrizione di una nuova gerarchia emotiva. Sia essa per un voto, o soltanto un volto, diverso...




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