Sola andata

Sola andata

martedì 13 febbraio 2018

Il piano alto

Non posso credere di esserci riuscita. Ho detto a quelli del piano di sopra, che sono venuti ad abitare qui da poco e hanno dei figli-pachiderma che credo facciano parapendio dall’armadio, di fare piano perché io giù sono esasperata. E loro hanno fatto davvero silenzio. Ho rischiato un esaurimento per eccesso di inutile sopportazione. A pensarci bene credo che mi capiti piuttosto spesso.

Dall’inizio di quest’anno sono tornata vegetariana per ragioni non dietetiche ma meramente etiche. Sono felice di constatare che non ne avverto il peso e che rispetto a sette anni fa, quando decisi che era necessario reintrodurre proteine animali, era molto più complicato trovare prodotti interessanti o ricette bilanciate. Credo che i tempi siano ormai maturi per sposare davvero una nuova filosofia alimentare che contemperi il rispetto per ogni forma vivente, l’ambiente, la sostenibilità, una nuova idea di produzione, di qualità alimentare e di educazione sensoriale. E altrettanto maturi sono i tempi per considerare questo approccio in modo del tutto “laico” senza certe derive messianiche e antiscientifiche tipiche del veganesimo, che invece mi convince assai meno. Niente, volevo solo dire che sono felice di non sfondarmi più di pollo e di salmone arrostito, nonostante li trovi tuttora tra le più sublimi fonti del mio godimento. Ma non basta godere per essere felici e in accordo con se stessi. Pure soffrire e avvertire delle mancanze temo che sia altrettanto inutile. Io credo che lo star bene coincida piuttosto con quella specie di intuizione che ci consente di avvertire qualcosa come giusta da perseguire.

Stasera, mentre ero ancora combattuta sul da farsi con i rumorosi inquilini del piano di sopra, ho preparato con cura le mie cimette di rapa con i legumi, scongelato un muffin proteico ai frutti rossi e miele, preparato la moka per domani e scelto di vedere “amarsi” su paramount channel. Poi ho deciso che avevo bisogno di silenzio e di qualcosa che mi aiutasse a rilassarmi. Così ho preso il coraggio a due mani e ho detto ad alta voce “fate piano voi sopra. Ma che diamine!”. E il rumore è finito. Mi è sembrata una piccola magia che mi ha ripagato di tutta la mia reticenza per quel gesto irritato. Chissà se ho davvero risolto per sempre. Del resto anche io ri-scopro il rispetto per gli animali solo da poco o forse mi ha semplicemente fatto comodo non farci caso durante tutti questi anni.
Il film non mi piace molto e l’asse Garcia Ryan non mi fa più l’effetto di un tempo e anche questa liberazione da un certo romanticismo melenso mi pare una splendida conquista.
Tutto cambia. I piani alti con i rumori assordanti di chi li popola. E i piani miei, con il loro vano tentativo di trovare pace e piacere solo nelle cose che non cambiano mai, ma sperando sotto sotto che qualcuno, al piano di sotto, le dica di smetterla...






Nessun commento:

Posta un commento