Sola andata

Sola andata

mercoledì 17 ottobre 2018

Di necessità superfluo

Giornate lisce quelle di questo autunno mite che ancora invoglia a passeggiate lunghe, il gelato a sostituzione del pranzo, pensieri lievi. Questo mi suggerisce questo lento transito verso la fine di un anno non brutto e a tratti persino indulgente.
Ho trascorso buona parte del pomeriggio dal parrucchiere: ho ravvivato l’”oro” dei miei capelli, li ho alleggeriti, ho persino fatto un impacco rinforzante e ho fatto pure la manicure. In realtà avevo soprattutto bisogno di farmi massaggiare la testa, sentire l’acqua che si confronta con la schiuma profumata, il collo che si distende ed io che mi rilasso fin quasi ad addormentarmi. Dio benedica quelle mani! Una bella piega ondulata, che durerà il tempo di un paio di vetrine più avanti per l’ultimo autocompiacimento. Poi tutto come prima: capelli lisci di solito raccolti a coda, unghie corte e pulite, trucco solo sugli occhi, scarpe comode. E nessuna voglia di essere notata. Chissà poi perché. Forse perché non ho più voglia di conferme, o di corrompere i miei silenzi e la mia solitudine con incontri dettati da presupposti sbagliati. Forse perché non mi sento giusta per nessuno, perché mi bastano le cose che faccio per conto mio, le mie albe, i miei corsi, le mie ricette vegetariane, i miei film pomeridiani, l’assenza di spiegazioni, gelosie, incomprensioni, conflitti. Perché ormai ho un’età In cui una si specializza così bene nei sogni che poi non ci pensa proprio più a realizzarli pure.

La puntata di “Melog” di oggi ha dato voce ai pareri dei radioascoltatori su un tema di cui neppure faccio riferimento tanto mi ha sconvolto quello che è emerso tra le opinioni di chi ha avuto l’arditpre di chiamare ed esprimere idee che neppure l’oscursntismo più spinto sarebbe capace di contemplare. Sono davvero senza parole. Poi per fortuna la trasmissione è terminata, Nicoletti ha chiosato col buon senso e la lucidità che contraddistingue chi ormai non si stupisce più di nulla e che sa bene che in fondo il mondo non finirà neppure per colpa dello strisciare di una mentalità arcaica, reazionaria, ottusa e intollerante. Però a me ha impressionato lo stesso e ho ripensato a quello che ho provato per tutto il tratto che mi separava dalla gelateria di Milano che preferisco. Ho scelto due gusti rassicuranti, mi sono diretta al passante immaginando il taglio di capelli che avrei deciso o il colore dello smalto. E così mi sono rasserenata quasi subito.

Sono rientrata in casa e mi sono resa conto di non aver fatto la spesa. Ho aperto il frigo e vi ho trovato: due birre, un barattolino quasi vuoto di paté di olive, mezzo litro di latte e due uova. Mi pare più che sufficiente in fondo. E poi oggi  c’erano cose più importanti a cui pensare: quelle superflue prima di quelle intollerabili. E anche dopo di loro

1 commento:

  1. Perlomeno hai la fortuna dei capelli come mezzo per rasserenarti.
    Pensa ai calvi... :-)

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