Sola andata

Sola andata

mercoledì 9 gennaio 2019

Mi perdo cose che non mi mancano

Temo che non ne verrei mai a capo. Neppure se decidessi di intraprendere un percorso di analisi serio. Della mia età, e del tempo che mi è toccato di decifrare in questa fase, faccio fatica a riconoscere elementi di identificazione in una società incarognita e diffidente. È una sensazione che provo spessissimo quando sono per strada, nei locali pubblici, sui mezzi, al lavoro...respiro un’aria soffocante, avverto un incessante farneticare su come andrebbero fatte le cose per garantire sicurezza e benessere e poi sento continuamente affermazioni prive di logica argomentativa e contenuti robusti e mi chiedo cosa mi sfugga davvero per potermi ricredere. Ma vabbè

Qualche volta mi ritrovo ad ascoltare le storie di un po’ di mie amiche coetanee che mi rivelano con stupore e civetteria del loro “randagismo” sessuale. Sono in realtà ragazze normalissime, serie, intelligenti, eleganti e colte, ma come me fanno fatica a trovare l’amore. Nel frattempo, direi giustamente o comprensibilmente, frequentano e provano a darsi delle occasioni di incontro significativo. Io ascolto le loro storie belle e divertentissime e penso che mi piacerebbe moltissimo fare un po’ anche io come loro. Ma non ci riesco. Io non vado in chat, non accetto inviti da chi mi trova sui social e mi trova bella, non faccio sesso se non amo. Non saprò mai cosa mi stia perdendo, ma so per certo che qualsiasi cosa sia non ne sento la mancanza.
Una volta un mio amico gay molto simpatico mi ha detto che molto probabilmente sono un’asessuale. Forse ha ragione lui. Oppure nessuno è davvero riuscito a risvegliare la parte più intima e profonda di me, quella che rimane latente o in perenne attesa senza nel frattempo recarmi troppo disturbo. In fondo va bene così: nessuno degli uomini che ho adorato era adorabile davvero e quando me ne sono resa conto tutto è diventato di nuovo lieve, sopportabile e un po’ buffo. Sono nata per amare senza possedere. E poi per smettere. E ancora smettere. E di nuovo smettere. Amare per me è stato sostanzialmente aspettare, ricredermi e smettere.

Sabato ritorno a correre con i miei compagni. Mi hanno cercato per tutto il tempo in cui mi sono assentata e quando ci penso mi rendo conto che sono circondata di un bel po’ di affetto e che qualche volta sottovaluto questa cosa, attribuendo un peso maggiore al cinismo di questa città o alla necessaria volatilità dei rapporti quando si arriva alla mia età. E invece ci sono persone che mi vogliono bene senza altri fini che non siano la condivisione di una presenza, una confidenza divertente, un brindisi  agli incontri...

A volte ho l’impressione di provare un po’ di malinconia per un amore che non arriva. Poi però guardo proprio bene e lo trovo semplicemente in tante altre forme. Persino alla mia età. Persino in un tempo di cui non capisco quasi niente. Ma il quasi, qualche volta, è già abbastanza





Nessun commento:

Posta un commento