Sola andata

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lunedì 1 gennaio 2018

Flusso di coscienza per "principiante" di strada

Mica è un obbligo salutare il primo giorno dell'anno come se avesse dei meriti particolari rispetto a tutti gli altri variegati tasselli isocroni che compongono l'anno. Il primo gennaio è strade vuote, gente che dorme dopo una notte di trenini, prosecchi e spumanti, ultime fette di panettone che tali non saranno finché se ne potrà inzuppare la mattina nel latte e caffè, fegati ingrossati e Via col vento su rete quattro. Tutto qui il buon principio medio di cui porto memoria credo da sempre.

Per me non è stato così. Mica perché voglia fare a tutti i costi quella alternativa che si oppone agli schemi. Semplicemente funziono così. Ieri mi sono accorta della mezzanotte mentre ero in piena fase r.e.m., mi sono alzata alle sette, ho trascorso ore prevedibili tra esercizi, musica e  cibo, ho pulito casa, mi sono truccata un po' più del solito e ho camminato per due ore esatte riproducendo il percorso che di solito seguo quando corro: il perimetro dell'aeroporto di Linate.

Camminare così a lungo di solito aiuta il mio flusso di coscienza a creare connessioni assurde, far affiorare ricordi ormai sopiti, fornire chiavi di lettura insospettabili. Le gambe procedono dritte lungo il sentiero mentre la testa segue traiettorie tutte sue aprendo varchi nuovi alla fantasia che si mischia col ricordo.
Mi sono ricordata di un otto in latino al primo anno di liceo che mi fece completamente felice, della mia futura ex suocera che mi invitava a pranzo solo per insegnarmi come cucinare come lei, di una mia coinquilina completamente folle, e sonnambula, quando vivevo a San benedetto del Tronto , di una persona che mi ha voluto molto bene e che non ho saputo ricambiare come avrebbe meritato. Mi è tornato in mente persino il primo giorno che ho messo piede a Milano: venivo dall'inghilterra e il mio bagaglio fu preso per errore da un'altra persona. Cosa accomuni questa accozzaglia un po' assurda di ricordi probabilmente non ha risposta, ma sono certa che a ciascun ricordo corrispondesse una mia precisa espressione e un battito cardiaco differente. E se un senso ci fosse mi farei bastare quello di un'esperienza, nuova e sconosciuta come un anno che comincia, fabbricata con vecchi ricordi.

In due ore mi sono passate per la testa cose così, tutte sconnesse, prive di una apparente coerenza logica. Intanto le mie gambe seguivano diligentemente un percorso che invece conoscevo benissimo, privo di qualsiasi sorpresa o incongruenza. C'era del silenzio, nessuno in strada, un cielo grigissimo e la musica in cuffia. E poi c'ero io, che avevo due ore piene da spendere per non decidere nulla, neppure a cosa pensare e cosa rimuovere. Ho lasciato che il caso guidasse il pensiero e che una strada conosciuta segnasse il cammino.

Ho cominciato così perché è così che voglio continuare. Nella peggiore delle ipotesi avrò un fegato che un po' mi ringrazia, una bellissima passeggiata su una strada tutta mia e qualche ricordo buffo ad azzerare la percezione del tempo. Mi pare più che ovvio che diano "Via col vento" dopo una giornata così.
Buon principio!

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