Sola andata

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martedì 23 gennaio 2018

La lista dei non desideri da realizzare assolutamente

Qualche anno fa, quando ancora conducevo una vita molto poco domestica, ho partecipato ad una serie di incontri tra autori, registi, sceneggiatori in quello spazio suggestivo e immaginifico che è il museo interattivo del cinema. I diversi dibattiti erano moderati da giornalisti e critici di cinema e io me ne stavo lì, per l’intera giornata ad ascoltare tutti. In una di quelle volte c’era anche Luca Guadagnino, regista che non credo di conoscere e apprezzare abbastanza ma che all’epoca mi colpì molto per l’ego piuttosto ingombrante e una certa vis polemica sulla capacità del suo ambiente di valorizzare il vero cinema d’autore. Ricordo che lo trovai abbastanza sgradevole e poco simpatico anche per quel suo ritenersi il figlio legittimo di Bertolucci, per certo snobismo nella scelta dei finanziatori, per l’eccesso di compiacimento nel dire “la mia amica Tilda” e pure per il malcelato rancore verso il mondo accademico che a suo tempo non gli concesse la cattedra che desiderava.
Poi mi sono ricordata del motivo per cui conservo comunque un buon ricordo di quell’incontro e della giornata nel suo complesso. Successe al buffet. C’era un giornalista che si chiama Enrico Magrelli (credo lavori ancora per radio tre) che mi era molto simpatico e ad un certo punto punto, non so per quale ragione, io avevo in mano una bottiglia di vino e stavo per riempire il suo bicchiere. Ma lui mi ringraziò ma disse che non lo avrebbe mai permesso. Si riempì il vino da solo. E io lo trovai davvero gentile (resta da capire cosa ci facessi io col vino in mano). Fu una bella giornata. In bocca al lupo a Guadagnino per gli Oscar che spero meriterà.

Sono molto raffreddata e mi sento un po’ stordita, ma in fondo sapevo che non l’avrei fatta franca e che la ciclicità di certe esperienze non si interrompe con un semplice auspicio. Forse è per questo che stasera, mentre danno un film di Moretti che mi diverte sempre tanto, mi sono chiesta se sia possibile stilare una lista delle cose che non farò. Anzi, mi piacerebbe proprio poter fare un miscuglio delle cose che non farò mai, di quelle che non farò mai più e di quelle che solo per il momento non farò, secondo un ordine che non renda possibile capire di che natura sia il mio “non fare”. Sono convinta da sempre che le liste siano un modo comodo ed efficace di tenere le cose sotto controllo e scandire una ipotetica tabella di marcia per raggiungere prima e meglio un obiettivo. D’altro canto hanno il difetto di ingabbiare le scelte e limitare la libertà di movimento. Sono come delle scatole chiuse. E così stasera mi sono detta che se invece parto da tutto quello che lascio fuori, ovvero tutto quello che non voglio assolutamente o che non è ancora pronto per me, ecco che all’improvviso è come se avessi a disposizione una scelta illimitata in cui individuare tutto quello che davvero non voglio, non voglio...e non voglio, anzi ciò che non voglio più, non voglio per ora, non vorrei mai. In ordine sparso potrei dire che per esempio potrebbe trattarsi di cose di questo genere:

- Dipendere materialmente e/o affettivamente da qualcuno
- mangiare carne e pesce
- frequentare uomini sposati
- smettere di fare sport
-Votare a destra o il m5s
- litigare per questioni di principio
- comprare barrette sostitutive dei pasti
- tornare dopo troppi anni nei posti in cui sono stata felice
- leggere un libro di Fabio Volo
- tagliare i capelli corti
- cercare alibi per i miei errori
- ingrassare (almeno non in modo irrimediabile)
- smettere di credere che dietro un qualunque angolo ci sia...ci sia...chi c’è?

Il film è appena finito. Il Papa ha detto che non ce la fa. E in fondo che male c’è: il mondo deve essere anche a misura della nostra fragilità e vulnerabilità e non per questo cessa di essere un’avventura gloriosa, incosciente, esilarante.
Passiamo la vita a progettare desideri da realizzare senza considerare che quelli da non realizzare sono inevitabilmente molti di più e la maniera di non realizzarli può darci le stesse immense soddisfazioni. E così stasera ho pensato che la vita, al netto dei desideri, abbia veramente una marea di spazio in cui muovermi, scegliere e nella quale prendere le mie distanze oppure no. Forse era per questo che quel giorno avevo una bottiglia di vino in mano. Io. Che non bevo mai



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