Sola andata

Sola andata

martedì 18 agosto 2015

Tu sei quella che...

Per moltissimi anni sono andata in vacanza in Puglia. I miei avevano una casa in un villaggio turistico bruttino ma abbastanza adatto a lunghe vacanze, come se ne facevano un tempo, e piuttosto funzionale alla gestione di bambini piccoli. Nella casa accanto ci stavano pure i miei zii e in spiaggia si stava tutti assieme.

Nel periodo dell'adolescenza ho cominciato a maturare una specie di ossessione da cui non mi sono mai più liberata, la tendenza ad impormi abitudini faticose e possibilmente da svolgere in la massima sofferenza possibile, altrimenti non c'è gusto.
E così  in una estate dei miei sedici anni, con lo zio decidiamo di cominciare ad andare a correre sul bagnasciuga per tutte le mattine, però tardi col sole già alto. In breve diventiamo famosissimi in tutta la spiaggia percorsa. Addirittura avevamo dei sostenitori lungo le varie tappe che ci incoraggiavano e tenevano il tempo. Quando la sera uscivo con la comitiva e andavamo a ballare, io ero immediatamente riconosciuta da tutti come "quella che corre in spiaggia". Erano tempi in cui le cose duravano abbastanza per essere poi elaborate in forma di ricordi, esperienze buffe, romantiche e in qualche modo indelebili. Darei quasi per certo che se oggi stesso tornassi a Ippocampo ( quello era il villaggio) ci sarebbe ancora qualcuno che mi riconoscerebbe e mi direbbe "ciao, ma vai ancora a correre fino all'african beach?"

Ieri ho fatto la spesa all'esselunga di piazzale Ovidio. È un poco lontana da casa mia, ma rientra comunque nel mio consueto percorso casa - lavoro. Quando arrivo alla cassa i due signori davanti si voltano, mi guardano e mi danno la precedenza. Li ringrazio e chiedo il motivo della gentilezza e loro mi dicono "perché ti conosciamo bene. Tu sei quella che macina chilometri e chilometri a piedi tutte le mattine. Passi sempre davanti alla nostra stazione di benzina". Gli sorrido, gli dico che è vero è che io cammino sempre tanto,  ma mi dispiace costatare di non avere alcuno spirito di osservazione, perché io di loro non mi ricordo affatto. Forse sono troppo presa dal mio lunghissimo percorso per il lavoro e così finisco per perdermi quasi tutto quello in cui potrei imbattermi.

Fino a due anni fa addirittura andavo in palestra prima di andare al lavoro. Uscivo di casa alle sei in punto e percorrevo un'ora a piedi con un borsone pesantissimo prima di raggiungere il mio detestati stimo tapis rotulant. Una di queste tristissime mattine, mi chiama una signora da un'auto e mi offre un passaggio con un volto pieno di pietà materna. Mi dice " senti, io ti vedo tutte le mattine. Tu sei quella che si fa una scarpinata assurda con questo borsone così pieno. Ti prego fatti accompagnare". La ringrazio, ma le dico che la cosa è voluta e che mi serve per cominciare con energia la giornata. Mi saluterà con l'espressione sconcertata di chi forse non ha capito bene...

"Tu sei quella che..." è in fondo una interessante catalogazione a risposta multipla, operata per lo più
da persone che non conosco ma che ho fidelizzato con la mia ossessionata ripetitività a certe forme di sofferti riti quotidiani.

Io sono quella che...forse dovrebbe cambiare strada...dove nessuno sa ancora chi sia, ma non vede l'ora di dire a qualcuno quello che è.



1 commento:

  1. Da 20 annia questa parte io sono quella che cammina con un volpinetto nero accanto...

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