Sola andata

Sola andata

venerdì 21 dicembre 2018

Non era (del tutto) vero

Non era vero. O meglio non lo era del tutto. Ho ancora necessità di un diario e di un interlocutore fittizio a cui immaginare di rivolgermi. Oggi come il giorno in cui ho cominciato e c’ho preso gusto. Ho deciso di fare così: quello che scrivo rimane confinato ai lettori del blog e non anche condiviso su fb. Perché è diverso. È diverso affezionarsi ad un blog partendo dalla sua fonte originaria, cercarlo apposta e decidere attivamente di volergli bene, dall’arrivarci soltanto perché è apparso un aggiornamento corredato da un link mentre si stava scrollando una pagina che contiene mille altri contenuti differenti. Un blog che elemosini attenzione perde buona parte delle proprie ragion d’essere. Scrivere, pure un po’ malaccio come me, e con la punteggiatura che procede per suo conto come fosse acciottolato lanciato in discesa, è ancora la migliore maniera che possiedo di osservare il mio quotidiano depurandolo dalla sua pesante coltre di banalità e insussistenza. Vediamo se ci riesco ancora...

Oggi ho lavorato, fatto una passeggiata in pausa pranzo ed ho ho assistito alla scena di un brutto incidente d’auto, sono rientrata in ufficio e vi sono rimasta fino alle diciassette, ho fatto la spesa, percorso via Mecenate con i suoi balconi tutti illuminati con criteri differenti. E ho pensato ad un sacco di cose. Quando cammino molto i pensieri si affastellano seguendo una logica che si affina man mano che copro distanze. E così oggi, che ho camminato molto, ho ripensato a questi ultimi mesi, quelli dal rientro dalle vacanze: mi sono iscritta a nuovi corsi di cui sono felicissima, ho lasciato che la persona che mi piaceva mi trattasse come voleva giusto per capire che non solo non sarebbe mai nato nulla, ma che di comportamenti così squallidi non avrei mai sentito la mancanza. Un maleducato assoluto...ci sono tanti modi di far capire a qualcuno che non lo vuoi. Certo lasciare una donna a mezzanotte in mezzo alla strada e dalla parte opposta della casa in cui abita credo che neppure Gargamella...La mancanza di gentilezza è da uomini davvero piccoli. Vabbè, in fondo meglio così.

In compenso ho conosciuto persone nuove davvero magnifiche e consolidato legami di amicizia che non speravo più di trovare in questa bella ma faticosa città.
Stasera è passato un amico a casa per regalarmi un libro che gli ha fatto pensare a me. Ieri una collega mi ha portato un pensiero del tutto inaspettato dicendomi che è la cosa che ha fatto più volentieri in questo periodo. Da un po’ di tempo esco con una ragazza adorabile che ho conosciuto proprio grazie a quella persona orribile a cui mi ero inutilmente affezionata. C’è del bello e del buono in tutto. Siamo tutti fortunati se osserviamo bene le cose senza fissarci troppo su dettagli stonati ma in fondo insignificanti.

Oggi ho lavorato troppe ore, assistito ad un brutto incidente di cui però non conosco dinamiche nè esiti, ripensato al fatto che mi ero affezionata ad una persona alla fine rivelatasi piuttosto detestabile e inutilmente dispettosa. Ho passato in rassegna alcune delle mie solite malinconie. Però poi mi è bastato allungare un po’ il percorso, mantenere un’andatura sostenuta, respirare in coordinazione coi passi per riuscire, ad un certo punto, a pensare anche a tutto il resto: un libro inatteso, un’altro con sopra scritta la dedica del mio giovane e bellissimo nuovo prof di cinema, una collega gentile, la mia nuova amica cinefila.
E io ho camminato per tutto il tempo su questo piccolo, insignificante groviglio contraddittorio di esperienze. Poi finalmente sono arrivata a casa. Ed era tutto ormai chiaro


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