Sola andata

Sola andata

domenica 9 dicembre 2018

Sulla forza dei legami effimeri

Sì, la metto agli atti anche qui: tra le cose memorabili di quest’anno, e per la vita tutta, c'è la foto con Nanni, anzi due, perché nella prima non rideva (ma in realtà neppure nella seconda), e l’autografo sulla trama del film di Cuarón. La scena è stata questa: lui che dice “niente dibattito, se volete sto qui per una foto con voi” . Ma nessuno osava e allora io mi sono alzata e ho detto “se è d’accordo comincerei io” e lui “ma certo! Vieni pure”, ma poi non riuscivo a settare il cellulare e allora ho urlato a tutta la platea dell’Anteo “per favore scattateci una foto!”. Che momento indimenticabile. Alla fine gli ho persino sussurrato un “grazie per tutto”...e, lo so, pare tutto una gran fesseria, ma garantisco che chi come me non vive di troppi miti, poi quelli che si sceglie li tiene assai pesantemente in conto. Negli anni passati, appena arrivata a Milano, ho fatto cose simili, seppur con un comprensibile minor trasporto emotivo, anche per certi miei beniamini radiofonici e così oggi Matteo Caccia quando mi incontra ricorda persino il mio nome, Gianluca Nicoletti mi dice di non stressarlo per gli accrediti quando viene a fare le serate a Milano e che mi farà entrare comunque, è capitato pure che i ragazzi di caterpillar mi avessero coinvolto in una puntata divertentissima a Senigallia, o che trascorressi il ferragosto con la Lusenti al parco Sempione ...tutti beniamini con cui mi accompagnavo nell’ascolto quando stavo ancora giù e che ho trovato normalissimo conoscere di persona appena sono arrivata a Milano. Che cosa sfiziosa. Sì proprio sfiziosa, soprattutto se penso che da quando vivo qui non mi è mai davvero riuscito di intrecciare legami di amicizia solida e duratura: pare che sia piuttosto confermata l’idea che Milano favorisca rapporti molto volatili ma non quelli stabili. Per quanto mi riguarda è alquanto vero e così mi sono chiesta quando è stato che in questa città ho conosciuto qualcuno, che poi per qualche motivo ho perso per la mia strada, con cui sia riuscita a creare qualcosa che andasse oltre il fatto di frequentarsi e che anzi scompaginasse il concetto stesso di valore effettivo di un legame. Forse...forse...sì ora ricordo...

- No, sarò solo io a chiamare te
- Ok. Come vuoi tu
- Domani ci sei in palestra ad “occupare” il mio tapis roulant?
- Credo di sì, anzi lo farò apposta per farti dispetto...ahahah...
- Ti vengo a trovare stasera così chiacchieriamo per almeno due ore. E mi raccomando leggi Celine
- Si ok. Senti, posso almeno chiederti perché mi chiami sempre di mercoledì alle due del pomeriggio?
- Perché è l’unico momento in cui mi concedo ancora un Toscano. E siccome io associo quell’attività ad una cosa bella, io appena accendo il sigaro ho voglia di sentirti. Così riesco a fare due cose belle nello stesso momento

È così, a me capita di incrociare persone che ho ascoltato per anni e che ho ringraziato poi di persona ma per via di una conoscenza tutta unilaterale. E poi mi capita pure che qualcuno, di cui non ho mai saputo neppure il cognome, e che ho frequentato in ritagli di tempo decisi unicamente da lui, un giorno mi dicesse una tra le cose più belle che mai potessi sentire sul mio conto. E saranno pure legami illusori, volatili, effimeri, privi di storie condivise e di concretezza. E dove sarebbe il dramma?

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