Sola andata

Sola andata

venerdì 14 dicembre 2018

Scorci di scorcio d’anno

Non ci sarebbe molto da capire. Per me è del tutto evidente che ci sia ben poco da salvare tra le voci principali della Storia nella quale mi ritrovo a delineare il mio infinitesimale percorso individuale. È una considerazione, forse semplicistica, ma profondamente onesta di quello che penso in ogni istante della mia giornata per ciascuna delle questioni che incidono e condizionano le sorti globali. Di buono potrei vederci il fatto che in fondo non posso farci quasi niente e che credo profondamente in una sorta di equilibrio cosmico ancora capace di attivare meccanismi di autoaggiustamento. A ben vedere è un metodo in fondo piuttosto consolatorio e autoassolutorio: pensare ai fatti miei tenendo conto di questa premessa mi aiuta a comprendere il confine preciso tra le mie aspirazioni possibili dalle mere utopie buone per i tempi d’oro. E comunque tra le cose belle di questi ultimissimi passaggi incerti della nostra politica ci metto la figuraccia con l’Europa grazie alla quale forse si ricomincia davvero a ragionare. E poco importa se questo ci è costato giusto qualche miliardo di euro...ma vabbè...

- Lucia lo sai, prima è venuto XXX e mi ha chiesto se saresti venuta. Io gli ho detto che ti aspettavo, lui ha sorriso e se ne è andato
- Maddai! Che cosa carina. Forse perché mi conosce ancora poco poco...però sono contenta

Ogni tanto, quando decido di chiudere con esperienze che mi lasciano perplessa, amareggiata, incompiuta oppure semplicemente che ritengo concluse, mi lascio incuriosire da nuovi contesti e dalle personalità che li animano. E allora smetto di pensare al passato più recente cercando di codificarlo e di chiedermi se ho sbagliato qualcosa, se ho adottato un comportamento inadeguato, detto cose inopportune, lanciato segnali irritanti...non mi importa più. Succede quando ho fatto troppi tentativi senza esito, quando prendo coscienza di quello che merito dai rapporti, di qualsiasi natura essi siano, e a quel punto mi dico “ma anche basta così. Io faccio qualche altra cosa e mi confronto con contesti diversi.

Credo che il bello di questo mio ultimo scorcio d’anno sia stato questo: smettere di insistere e guardare altrove. Per questo ho smesso di correre per dedicarmi per un po’ agli esercizi isometrici: ho necessità di ripristinare i livelli di ferro, altrimenti non ho nessuna speranza di migliorare. Ed è sempre per la necessità di cambiare propstettiva che ho cercato altri corsi da seguire e degli approcci e un’ottica diversa da quella a cui mi ero tanto appassionata pensando che non potesse esserci nient’altro.
Se proprio devo dirla tutta credo che questo sia l’anno in cui sono cambiata di più dagli anni della detestatissima adolescenza e in un modo che comincia, finalmente, ad andarmi a genio. Per me, che non ho formato una famiglia, che non ho la responsabilità di un figlio da crescere e che manco di Pablito sono riuscita ad occuparmi a dovere, fare i conti col tempo che passa è questione tutt’altro che ortodossa. Per me è ancora normale cucinare solo quando ne ho voglia, non stirare, stare in silenzio per un giorno intero oppure assecondare un amico che vuole stare un week end in mezzo alle montagne. Per me è normale trascorrere il Natale e il capodanno completamente da sola, di solito pensando a qualcuno a cui voglio bene ma del quale non sento davvero la mancanza. Faccio così da così tanto tempo che neppure ricordo quando ho cominciato. Forse è stato dopo quella volta che una giovane donna con cui lavoravo più di dieci anni fa mi disse “come sei fortunata a vivere da sola. Io sono sposata e ho due figli e non lo rifarei mai”. Non ho mai dimenticato la sua espressione e la verità con cui diede sostanza a quella frase. Sì, credo che sia stato allora che ho cominciato ad avere così tanta paura di sbagliarmi.
Alla fine tutto si è rivelato essere molto più semplice. Non ho dovuto scegliere: non avrei mai potuto sposare nessuno di quelli che ho conosciuto durante il mio percorso e a nessuno potrò mai chiedere se sia stata fortunata o abbia perso la vera occasione della mia vita.

Ecco, ci casco sempre. Tutte le volte mi ripeto di non fare bilanci e non provare a pormi criticamente nei confronti del passato, soprattutto di  quello più recente e invece, puntualmente...eppure, senza pensarci troppo e volendo dare un giudizio senza i filtri dei “poteva andare diversamente se soltanto...” direi che è stato un anno proprio bello e che la prova sono i sorrisi più numerosi e le lacrime sempre più rade. mi piacerebbe che ci fosse almeno Pablito a testimoniare che è tutto proprio così






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