Sola andata

Sola andata

sabato 29 settembre 2018

Tra patrimonio/risparmio/investimento e capelli/unghie/trucco

Ormai lo conosco così bene che sono anni che non litighiamo più. Sì, ormai lo conosco e ci “convivo” da quasi un decennio e alla fine ho capito che la vera maniera di farlo arrabbiare come ho spesso intenzione di fare è quella di disinnescare le sue provocazioni, dargli ragione dal primo istante e “mutilare” il suo spirito battagliero sul nascere. L’avessi capito prima mi sarei risparmiata un sacco di discussioni furibonde, sforzi di dialettica per fargli comprendere il mio punto di vista, giornate di silenzio piccato...adesso tutto questo è risolto con un lieve chiacchierare sul nulla o di questioni di lavoro, fare battute di spirito un po’ sceme e ogni altra sorta di amenità. È così che ho risolto il mio rapporto con un collega con cui non ho nessuna opinione in comune, come non potrei averla con chiunque abbia deciso di fondare la propria esistenza su fanatismo religioso estremo e che trovi accettabile l’ idea di fondo che anima il movimento cinque stelle. Quando penso che sono in grado di sopportare lo stesso spazio con persone così sideralmente distanti da me vorrei accarezzarmi e abbracciarmi e dirmi che sono proprio una brava persona.

Sono giornate un po’ così queste, credo che le ricorderò non tanto per le assurde misure di politica economica che sono state prese per fronteggiare, così ho sentito dire, la povertà, ma per il clima di entusiasmo che ha saputo generare una cosa che ai miei occhi appare drammatica. Il fatto è che vorrei avere almeno la soddisfazione di dire a Di Maio qualcosa del tipo “Senti, io lo so che ti è successa questa cosa bella e assurda senza sapere neppure tu come sia stato possibile. E so anche che è bello sentirsi una specie di Sid Vicious della politica perché la rivoluzione vera la fai quando non tieni conto del passato (no, non si chiama più ignoranza) e proponi tutta un’altra cosa che rompe gli schemi e apre un nuovo corso. Credimi piacerebbe anche a me pensare di essere così. Però mi permetto di dirti una cosa: non sei Sid Vicious e quello che hai fatto, e che nessuno aveva mai osato fare, non è che non fosse già stato pensato, anzi sarebbe proprio il primo pensiero pure dell’ultimo dei fessi. È che porta a una tale quantità di rogne nel futuro prossimo e meno prossimo, che forse sarebbe
 stato meglio spengere il cellulare, magari sbottonarsi la camicia della prima comunione per una volta e ossigenare meglio il cervello per accogliere qualche idea veramente nuova”. Ma no, in realtà io sono contenta di non potergli dire niente e ho ancora la curiosità di sapere come se la caverà e che spiegazioni sarà in grado di dare ai figli che non ho... Sta di fatto che io, appartenente a quel famigerato ceto medio da cui è facilissimo attingere, ne risentirò di certo e non credo di meritarlo se penso che mi sono sempre trovata bene nel gestire le mie risorse così: non mi sono mai indebitata, non ho mai vissuto al di sopra delle mie possibilità, ho letto, più o meno ovunque, che la crescita finanziaria non può che essere il frutto di una composizione strategica di patrimonio/risparmio/investimento, so esattamente e sempre che utilizzo ottimale fare del mio denaro e come ottenere altre cose senza un aggravio ulteriore di spesa. Detto questo, non sono così ingenua e categorica da non sapere che l’indebitamento non sia un fatto negativo in sè, quando è una scommessa per il proprio futuro e, soprattutto, quando si sa come onorare il prestito. Ecco, io vorrei semplicemente che chi si occupa di quella parte del mio denaro che deve gestire per la collettività intera ragionasse più o meno così.

Ti è mai successo di conoscere donne molto in sovrappeso ma con un senso estetico spiccatissimo? Te ne accorgi subito osservando le loro unghie curatissime o le acconciature perfette e un trucco fatto di tempo e tecnica da professionisti. Quando le guardo, anche con molta fascinazione e interesse, mi chiedo sempre se la difficoltà di risolvere il problema del peso non trovi conforto e compensazione in palliativi consolatori di più facile realizzabilità (capelli/unghie/trucco) e che l’orgoglio curvy in realtà non sia un pretesto per arginare il problema senza chiamarlo resa. Mi chiedo sempre quanto sarebbero orgogliosamente curvy se fosse possibile dimagrire  senza mettersi a dieta per un tempo ragionevolmente lungo e impegnativo.
 Cosa voglio dire? Ma che ne so...mica sono la Sid Vicious delle metafore io... però se vado dal mio collega, quello con cui non litigo e che si indebita da quando ha cominciato a lavorare e che poi non ha mai più smesso, sono sicura che la capisce. E chissà, forse un giorno capirò persino io


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