Sola andata

Sola andata

mercoledì 11 maggio 2016

Maggio sta a novembre come cosa sta a cos'altro?

Credo che sia la prima volta che mi capita. Da quando esiste il web 2.0 credo che questa sia la prima volta che passo un intero giorno senza mai connettermi e manifestare la mia presenza con le piccole tracce che per consolidata consuetudine lascio nei "luoghi" visitati, oggi non ho scritto neppure un pensiero anche minimo sulla mia pagina. Niente. Ne sono rimasta alla larga. Per la verità sono stata alla larga da tutto, pure dall'ufficio. Sto bruciando tutte le mie ferie per giorni privi di senso come questo: un mercoledì di pioggia incessante, metro in tilt e jeans inzuppati. Ma la faticosa prova è stata superata e poi devo dire che in fondo non è niente male non lavorare di mercoledì (ma io credo che sarò per sempre ossessionata dalla ricerca del tempo di lavoro ottimale, che forse non esiste se non corrisponde anche al tempo del piacere).

Mentre mi barcamenavo tra le pozzanghere con le mie scarpe inadeguate, i miei jeans a zampa sempre più pesanti, il disagio, l'aria umida, le macchine, la gente per strada con espressioni perplesse almeno quanto la mia, pensavo che siamo già quasi alla metà dell'anno e che forse potrebbe essere utile fare un bilancio anche sintetico di questo primo semestre d'anno.
Io di propositi non ne avevo fatti, mica perché ho paura di non riuscire a mantenerli, ma davvero non avevo nulla da pretendere da me stessa per quest'anno. Non volevo niente...o meglio...non volevo niente che dipendesse solo da me stessa. Cosa è successo? Ho provato a fare domanda per l'estero e mi hanno detto di no, mi sono tolta un dubbio su una faccenda personale su cui ho equivocato per tanto tempo e che finalmente mi è stata da chiarita dall'unica persona che poteva farlo, ho visto una quantità massiccia di film sia con un caro amico che da sola, ho fatto qualche buona lettura e mi sono allenata in modo costante e ho trovato dei gruppi di runners al Sempione che hanno rappresentato uno dei regali più belli di quest'anno.
È Successo pure che i miei mal di testa sono diventati molto più frequenti di prima, che dormo sempre di meno, ma di questo credo che incolperò anche e soprattutto gli anni a venire...
Fa male avere aspettative, non è molto sano fare propositi, perché le cose che dipendono esclusivamente da noi stessi sono molto meno di quelle che pensiamo. Pretendere di controllare anche ciò che ci riguarda solo di riflesso può essere molto frustrante.

Però ci stanno altri sei mesi da coprire e mi sembrano tanti e in realtà sono pochissimi, almeno relativamente alla lunga vita che mi auguro, e allora mi chiedo con quale ottica dovrei percepirli per considerarli promettenti? Potrei augurarmi un lungo letargo per recuperare il sonno perduto e risvegliarmi senza mal di testa e piena di energia, carica di proposte e di capacità realizzativa. Oppure potrebbe capitarmi di continuare "zoppicando" con le risorse un po' scarse che mi ritrovo e di procedere per "aggiustamenti" piccoli e impercettibili, senza concedermi troppi tempi di recupero. Alla fine farò come mi viene e cioè come neppure io posso sapere. Perché poi così funziona, succedono le cose e io reagisco e soltanto allora scopro io stessa qualcosa di me. Nessun evento è esattamente prevedibile e quindi non lo è neppure la nostra risposta ad essi...
Ora vado a dormire. Se non mi sveglio tra sei mesi vuol dire che mi aspetta un secondo semestre assai faticoso. I miei jeans sono ancora tutti inzuppati, ma le scarpe anti pioggia le ho comprate giusto oggi...




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