Sola andata

Sola andata

mercoledì 4 maggio 2016

Niente mali di stagione...ogni tanto mi "godo" quelli di giornata

Mi ha fatto bene decidere di non andare a lavorare oggi. Anche perché credo che non avrei potuto fare altrimenti. Mi sono alzata presto come al solito, ho sollevato pesi e saltato molto poco allegramente per venti minuti, ho bevuto mezzo litro di un beverone alle erbe per depurare il fegato, ho fatto la doccia, infagottato la mia borsa termica con tantissimo cibo, mi sono truccata...e mi sono accasciata sul divano. Erano le sette e io sentivo di non avere la forza per coprire "le distanze" residue di una giornata che in fondo per me era già iniziata da un pezzo...ma davvero non avevo neanche un po' di forza ed è strano dare conto di un fenomeno simile quando non hai febbre, allergie, malesseri di altro tipo. Stai bene ma non è vero.

E così ho avvertito in ufficio che oggi non avrei potuto fare l'attività di sportello che mi toccava (tanto mi ha già detto che la recupero venerdì....sic...), mi sono goduta la luce poco familiare della mia casa in una tarda mattinata di tempo bello, sono andata al parco a leggere e a prendere il sole, ho tirato fuori un po' di abiti leggeri (senza mettere via quelli pesanti), ho fatto la pasta di farro col pesto, sono di nuovo collassata sul divano e, se non avessi fatto la fatica titanica di alzarmi di scatto e farmi una corsa di sei chilometri, credo che sarei svenuta.

Mentre facevo tutte queste cose pensavo che stare bene senza sentirsi bene è una mezza fregatura. Ti senti in dovere di essere operativo perché in fondo non tieni niente che ti fa male, ma sai che gran parte del tuo darti da fare ti serve solo per non sentirti peggio...di buono ci sta che in giorni come questi sai per certo che a lavorare non puoi andarci e che tutto quello che puoi fare è tentare di prescriverti da solo le attività curative che pensi ti aiutino a superare certe giornate andate a male...

C'era un sole così bello oggi, una temperatura ideale e un venticello leggero che mi suggeriva chiaramente di mettere le scarpette e correre attorno all'aeroporto di Linate. Ero tutta fucsia e arancione, nessuno poteva pensare che vestita così stavo provando a sconfiggere un "male", forse per questo ho goduto dell'incoraggiamento di due camionisti e un conducente di autobus, ho salutato un gruppo di ciclisti e pure un paio di aerei in decollo. Sono passati quaranta minuti prima di ritornare alla fontana della piazzetta sotto casa e con tutta la stanchezza e le endorfine benedette in circolo mi sono detta che sono molto fortunata ad avere avuto delle ore a mia disposizione grazie ad un articolo che mi consente di star male senza che per questo il mio datore di lavoro mi auguri di marcire dritta all'inferno. Oggi avrei dovuto partecipare ad una protesta sindacale dalle 13:30 in poi. Ma nonc'ero. A pensarci bene mi sono concessa un'occasione migliore: riconoscere che le mie opportunità siano, ad oggi, scandalosamente migliori che in qualsiasi altra realtà io possa immaginare. Lo so, non si dice, lo so...essere riconoscenti per qualcosa abbassa la soglia dei diritti e favorisce il gioco al ribasso...ma
stasera io sto cosi bene...dovrà pure esserci qualcuno a cui dire grazie....


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