Sola andata

Sola andata

domenica 15 maggio 2016

quella volta che trovai il pensiero vivo in una lingua morta

Io non avrei alcun dubbio. Se qualcuno decidesse di fidarsi così tanto di me da chiedermi una cosa tanto estrema e definitiva come questa cosa a cui penso ora, io mi assumerei tutta la responsabilità e gli darei una risposta tanto serena quanto decisa. Ci pensavo giusto ieri, mentre riflettevo irritata sulle parole del Papa, sul dover amare il prossimo oltre che i cani e i gatti, o addirittura prima di loro...
Io pensavo a questo: se qualcuno mi chiedesse il consiglio per un libro che indichi un strada, un modo etico, giusto, corretto di vivere, un solo libro uno solo, che orienti ad una vita spesa bene, io non avrei dubbi. Gli direi di leggersi e rileggersi fino a farne un tatuaggio dell'anima le "lettere morali a Lucilio" di Seneca.

Io non sono credente. Non lo sono mai stata neppure durante quei tristissimi e noiosissimi anni della mia infanzia trascorsi al Gam ( gioventù ardente mariana), quando mi venivano a prendere col pulmino fino a casa per portarmi in un posto lassù al Vomero a pregare e cantare e fare volantinaggio per giornate intere per diffondere il culto della madonna di Fatima. Mi ricordo che non ci stavo proprio dentro, che non mi sono mai ribellata a mia madre per non mandarmici perché pensavo che lo facessero tutti, ma che non capivo che cavolo ci facessi io là per tutto quel tempo, con quella strana gente che pareva assai più convinta di me...è stato allora che ho capito che la Fede se non la tieni non te la puoi dare.
Con gli anni ho imparato che non è una colpa, che le persone più intellettualmente interessanti che ho avuto la fortuna di conoscere o studiare erano tutte atee. Crescendo ho maturato la convinzione che il fatto che migliaia di persone se ne stiano col naso all'insù ad ascoltare estatiche uno che esce dalla finestra e ti dice come si sta al mondo non è un fenomeno indicativo di un'attitudine antropologicamente costruttiva.

Non ho nulla contro la religione e i credenti. È solo una questione di mia totale mancanza di sensibilità e di interesse verso l'argomento. Succede. Per me è assimilabile alle arti magiche, ma a differenza di queste ultime non la puoi smentire finché sei in vita perché è su questo basa la sua forza e la sua seduttivita'. La paura della morte e il bisogno incessante di esorcizzarla è la chiave di volta che le accomuna tutte ed è per questo della religione non ci libereremo mai e poi mai. Amen.

Poi ci sta chi è sfortunato come me e per sentirsi meno ontologicamente insignificante prova a pensare che possano esserci altre strade:
 1) la filosofia se sei abbastanza intellettualmente illuminato e non tieni una casa da pulire e i maccheroni sul fuoco
2) Andare avanti a Prozac, jack daniels, oppiacei...ma dubito che poi ti ricordi tutte le risposte che ti eri dato
3) diventare pazzo. Ma funziona davvero solo se ti chiami Nietzsche

Però quel libro lì...sarà che io di Seneca mi ero un po' invaghita al liceo perché era facilissimo da tradurre e tutte le volte imparavo sempre cose assai belle e pensavo che pure se non stavo al classico e mi dispiaceva tanto, almeno queste cose qua non me le ero perse, per fortuna.
Ecco, se qualcuno per ipotesi assurda potesse leggere un solo libro nella vita e avesse così tanta fede in me da chiedermi quale, io gli consiglierei questo.
Ma poi ho pensato che la fede tiene proprio questo di brutto, si manifesta quando non hai scelta e pensi che qualcuno possa decidere il meglio per te.
Non ti fidar di me e leggi quello che ti pare. Amen.






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