Sola andata

Sola andata

giovedì 17 novembre 2016

Aspirante vicina

Che strana sensazione. Credo che siano passati quattro anni dall'ultima volta e mi sono accorta di averne un ricordo davvero sfumato. Stasera ho mostrato la casetta a prezzo stracciato che confina con la mia a due colleghi che avrei piacere che concludessero questo affare. Mi sono procurata le chiavi e così sono rientrata in quello spazio così vicino al mio e non occupato da nessuno, almeno non da quando io vivo qui. Mi ricordavo di una casa abbastanza più piccola ma che avevo desiderato da subito perché in quegli anni non pensavo ad altro che a garantirmi uno spazio da gestire a mio piacere, nel quale stare comoda e in cui ogni colore e ogni dettaglio fosse il prodotto di una precisa ispirazione, ricordo o emozione. E soprattutto erano anni in cui, forse senza saperlo o volerlo io stessa, ero certa che non avrei vissuto a lungo da sola. Ma questa storia l'ho già raccontata...faccenda chiusa.

Rivedere quella casa dopo così tanto tempo è stato stranissimo. Forse perché nel frattempo è molto cambiato il mio modo di intendere la casa, perché lo spazio e la comodità non costituiscono più delle priorità, perché avere una casa tutta mia è una cosa bellissima se non ne banalizzi il valore coltivando inutili manie di grandezza. Sono sette anni che vivo in questo bilocale e questo non mi ha impedito di farci entrare dieci persone per cenare. In questa casa alcune volte sono successe delle cose, anche fondamentali per me, e molto più spesso non è accaduto assolutamente nulla, una volta l'ho trovata allagata, un'altra mi sono esplosi i tubi dell'acqua, un'altra mi sono fatta costruire un letto per aria. E qualche volta mi sono affacciata alla finestra e ho fantasticato su quello spazio chiuso, vuoto, a cui dare un'anima, della luce, dei colori. Ho pensato che se fosse stata mia ne avrei fatto qualcosa di molto diverso da quella attuale. Ci avrei messo dentro gli ultimi sette anni, che mica lo so davvero che cosa sono stati per me. Forse non farei più le pareti così verdi e così rosa e Non metterei neppure tutti questi Wall stickers policromi che fanno tanto freakkettona sfigata, ma probabilmente metterei ancora tutti i poster coi film e le tazze coi loghi delle trasmissioni radiofoniche, ma poi non saprei cosa altro piazzarci, nessuna novità, nessun nuovo codice, solo una casa più spoglia, minimalista e più gestibile.

Però è stato proprio bello proporla ai miei colleghi. È una bella casa, quasi regalata, ed è un peccato saperla vuota e con le serrande sempre chiuse. Ma niente, non ho più voglia di farmi largo, di occupare spazi nuovi che non aggiungono nessuno spazio interiore, non ho più voglia di considerarlo il presupposto per qualcos'altro, una proiezione di me o un mero allargamento dei miei confini.
La casa è un concetto strano, ognuno le dà il peso e il valore che crede. Io ho cercato di alleggerirlo, che in fondo di muri si tratta, un guscio protettivo, una misura della propria identità..ma pure isolamento, tutto il mondo fuori, diffidenza, pigrizia, chiusura. La mia casa è bella perché sa ancora buttarmi fuori, mi fa ancora venir voglia di cercare altrove lo spazio di cui ho bisogno, di desiderare poco, di aprire la finestra e non aspettare più che arrivi dell'altro. Nessuna smania. Perfetta così. Anzi no, lo diventerà quando anche quella accanto aprirà le sue finestre da cui qualcuno mi auguro che avrà voglia di lanciarmi un saluto.

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