Sola andata

Sola andata

martedì 15 novembre 2016

Guarda. Che luna?

Io non lo faccio mai. Me ne dimentico o non sono mai riuscita a coglierne davvero il valore metaforico o romantico. Io non mi soffermo quasi mai a guardare la luna. Anzi direi che è rarissimo che mi metta a guardare il cielo. Mi pare troppo e le cose che non riesco a delimitare e nelle quali non  mi sento contenuta mi spaventano sempre molto. Io devo sapere che le distanze, tutte, si possano coprire e che gli orizzonti pure quelli più lontani diano la certezza di un limite un confine entro il quale le cose diventano afferrabili. Le poche volte che mi è piaciuto osservare il cielo è stato assieme a qualcuno, ma solo perché più bello che guardarsi negli occhi ci sta quello di percepire in due l'ipotesi dell'infinito. Basta la finisco che sennò Leopardi dice al suo pastore errante di venire a menarmi per come parlo di cose di cui solo lui sa come si fa.

Però ieri sono caduta nella tentazione di scontrarmi con questa luna gigante, che non ho avvertito come tale ma in fondo mi stava bene lo stesso per quanto poco la frequento. Stava lì, in mezzo a qualche nuvola che ne diluiva i contorni rendendola ancora più suggestiva ed evanescente. Era perfettamente incastonata tra le palazzine che sovrastano la mia casetta al pianterreno e a me pareva una specie di gigantesco occhio di bue, una di quelle grosse lampade che illuminano gli attori che stanno soli soli sul palcoscenico e parlano davanti a un pubblico che non possono vedere.

Pareva che avesse puntato il suo riflettore su di me e che si aspettasse una richiesta, uno sfogo, una dichiarazione qualsiasi che giustificasse il suo esserci anche per me. E io non avevo niente da dirle, non provavo niente, nessun dolore o rabbia o desiderio da esprimere. Non ero neppure stanca ieri. Le ho fatto una foto, non perché la trovassi particolarmente affascinante, ma per ricordare che mi stavo perdendo l'occasione di un'emozione mancata. È un vero peccato avere gli strumenti e non sapere come usarli e sprecare i momenti nell'attesa di un sentimento che non si riesce a provare. Io la guardavo e la guardavo e la guardavo...e non riuscivo a sentirla. Forse non si è accorta di me, oppure mi stava raccontando cose che arriverò a sentire in altri momenti, forse mi diceva di guardare altrove perché per ora ci stanno altri cuori da salvare o da riempire...Forse ognuno tiene la sua luna che spunta in una sera di un anno imprecisato ad avvisarci che quello è il momento di alzare la testa,
guardarla, ascoltarla e obbedirle.
Qualche tempo fa dicevo di non essere mai stata al Planetario perché ci voglio andare con chi diventerà parte di me. Credo che questa cosa abbia una correlazione parecchio stretta con la piccola luna che ieri provava a farmi luce senza purtroppo riuscire ad abbagliarmi neppure per un istante. Per ora direi sipario e arrivederci alla prossima luna

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