Sola andata

Sola andata

martedì 22 novembre 2016

Non mi piace perdere il "trend"

Oggi ho fatto un po' di cose che non faccio mai. Ritardare la sveglia di un'ora, cambiare stazione radio, cambiare integratore post pedalata, timbrare alle 9:30 al lavoro, commentare un post "piccante" su un sito che leggo sempre( e scoprire che questa può essere la correlazione di una improvvisa impennata nel numero di richieste di amicizia...ahahah..la banalità maschile...). È bello provare a vedere che succede quando abbandoniamo per un po' le abitudini rassicuranti che ci proteggono dagli imprevisti e ci fanno fare tutte le cose che pianifichiamo di contenere nella giornata.

Io sono un'abitudinaria cronica. Mi piace la continuità, credo che sia nel rituale dei gesti, delle azioni e delle attività che si costruisca una visione di lungo termine, un orientamento preciso verso la parte migliore di noi stessi. Il rischio è però la preclusione verso tutto ciò che non abbiamo scelto come parte di questa visione. Quando me ne accorgo di solito decido di fare un viaggio. Mi catapulto in contesti non familiari, di solito sono sola, mi capitano le cose più impensabili, incontro persone che nel mio quotidiano non sarebbero neppure contemplate...e perdo tutte le abitudini. A me il viaggio serve praticamente soltanto a questo. Quello che trovo piuttosto curioso è che quando torno a casa, anche se sento che tante cose sono cambiate da prima della partenza, torno a fare esattamente la vita di prima. Le stesse identiche cose. E io credo che questa cosa sia abbastanza curiosa. Che cosa ci cambia davvero? Il semplice tempo che passa? La cultura che ci formiamo a vario titolo? I viaggi? Gli amori? Le persone che frequentiamo? E quanto tutto questo sposta davvero quello che siamo nel profondo di noi stessi, modificando la nostra natura o visione delle cose?

Io credo che tutti noi rimaniamo quello che siamo seguendo un trend preciso, attraversato da fasi cicliche che ci deviano momentaneamente dalla tendenza di lungo periodo ma poi si ritorna sui binari su cui ci siamo incamminati. E poi ci sono i traumi. Forse quelli sì che ti snaturano davvero. Ci sono  dolori così insopportabili che a un certo punto da quei binari si deraglia e si procede altrove. Forse da
nessuna parte. Ma non parlo di cose che non voglio conoscere.

Quando studiavo i modelli economici avevo ben chiaro il rapporto tra il trend di lungo periodo e il ciclo di breve e, a meno di uno shock economico, il trend aveva sempre la meglio sulle fasi cicliche, quelle che di solito significavano inflazione e deflazione, ma pure investimenti o disoccupazione crescenti e poi calanti. Pure i sistemi economici ogni tanto si annoiano e per crescere, o anche semplicemente per aver qualcosa da riaggiustare, combattere, sperimentare, devono deviare un poco dalla noia rassicurante del trend.

E così ho pensato che oggi anche io ho voluto solo un po' deviare dal prevedibile esito di una giornata qualunque, in fondo anche semplicemente per capire che le mie abitudini, quelle che non riesco a perdere mai, non sono poi così cattive, e neppure così noiose...e soprattutto sanno assai meglio di me dove devono arrivare e come mi ci devono portare.


Nessun commento:

Posta un commento